WTO. La CGIL e la FLC alle manifestazioni organizzate dai sindacati internazionali
WTO - Sesta conferenza dell’organizzazione mondiale del commercio.
La sesta conferenza ministeriale dei paesi aderenti all’OMC/WTO si aprirà questa settimana a Hong Kong. Dopo il fallimento della conferenza di Cancun del 2003 e date le difficoltà incontrate nelle trattative di questi due anni, è indubbio che un nuovo fallimento al summit di Hong Kong segnerebbe una crisi grave, e probabilmente irreversibile per l’OMC. Se la strada è tutta in salita, non bisogna però sottovalutare le forti pressioni che i paesi più sviluppati e le società multinazionali esercitano per arrivare ad un accordo, che apra finalmente le porte al libero commercio nei settori agricoli, industriali e dei servizi.
La discussione al vertice di Hong Kong sarà attorno alla bozza di documento approvata dal Consiglio generale dell’OMC agli inizi di dicembre e verterà su tre temi prioritari: agricoltura, prodotti non agricoli e servizi.
Per quanto riguarda questi ultimi, il negoziato è ancora intrappolato. Si è, infatti, registrato un forte scarto tra domanda ed offerta e, per ora, è stata bloccata dai paesi in via di sviluppo la proposta dell’Unione Europea di definire un numero minimo di sotto settori su cui ogni Paese dovrebbe impegnarsi nella trattativa sulla commercializzazione dei servizi (139 su 163 nel caso dei paesi sviluppati e 93 per i paesi in via di sviluppo). Un’ipotesi su cui l’UE continua a fare pressione, data l’importanza che il settore dei servizi riveste per l’economia europea, e che potrebbe quindi ritornare nell’agenda di Hong Kong.
Un ulteriore attacco ai servizi viene anche dalla proposta avanzata dagli Stati Uniti da altri paesi alleati, contenuta nella bozza in discussione, secondo la quale, entro il febbraio 2006 un gruppo di paesi potrebbe definire le proprie richieste su particolari settori (soprattutto nel campo dei servizi audio visivi, dell’educazione, della telecomunicazione, dei servizi informatici e postali) cui gli altri governi sarebbero obbligati a rispondere. Tale proposta annullerebbe il diritto attuale dei governi di ignorare tali richieste.
Il movimento sindacale internazionale sarà presente al vertice di Hong Kong per esprimere il proprio dissenso ad una politica globale in cui l’accesso al mercato delle società multinazionali resta il fulcro dei negoziati, mentre rimangono inascoltate le richieste dei Paesi più poveri e deboli, i diritti sociali del lavoro e ambientali continuano ad essere oscurati dalla necessità di liberalizzazione selvaggia dei mercati in nome del profitto. Una marcia per i diritti e lo sviluppo solidale aprirà le iniziative sindacali previste per tutto il periodo dei lavori di Hong Kong. La FLC sarà presente ai lavori con una propria delegazione, all’interno della delegazione confederale, per riaffermare ancora una volta la necessità che i beni comuni, come l’educazione, non debbono essere soggetti alle logiche del mercato e della privatizzazione. Un obiettivo su cui la FLC è impegnata da lungo tempo a livello nazionale nella lotta contro le politiche del governo Berlusconi sulla scuola l’università e la ricerca ed europeo, contro la proposta di direttiva Bolkstein.
Roma, 12 dicembre 2005