WTO. Le proposte di CGIL CISL UIL ai negoziatori OMC
WTO. Sesta Conferenza Ministeriale Hong Kong
CGIL CISL UIL ritengono fondamentale che il negoziato metta VERAMENTE al primo posto le questioni dello sviluppo, della lotta alla povertà della promozione della occupazione, del lavoro di qualità e dell’ambiente, in coerenza con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio riconosca i diritti fondamentali del lavoro come elemento irrinunciabile di politiche commerciali eque. A tal fine hanno individuato proposte concrete da inserire nella bozza di dichiarazione finale della Conferenza OMC.
OCCUPAZIONE: E’ importante che i negoziati specifici, ed in particolare quelli sui NAMA, prevedano una valutazione degli effetti della liberalizzazione sulla occupazione nei paesi industrializzati ed in via di sviluppo, sullo sviluppo, sul lavoro di qualità, con una particolare attenzione ai settori ad alta intensità occupazionale come agricoltura, servizi, industria leggera, (secondo la proposta di alcuni paesi) istituendo un meccanismo formale per la definizione di specifiche linee guida per l’esame completo di tali impatti.
“AIUTO PER IL COMMERCIO” (AID FOR TRADE): L’iniziativa “aid for trade” dovrebbe essere adottata e attivata rapidamente, ma non dev’essere utilizzata come merce di scambio per ottenere concessioni dai PVS in qualsiasi delle aree negoziali e deve rappresentare davvero un sostegno aggiuntivo e non semplicemente un trasferimento di capitoli dei fondi già destinati allo sviluppo.
COERENZA: Poiché si riconosce la necessità di politiche commerciali coerenti con quelle di sviluppo e indirettamente a sostegno della occupazione messe in atto dalle altre agenzie ONU, è necessario che il Paragrafo 50 sulla coerenza faccia uno specifico riferimento all’OIL, Agenzia tripartita competente per le regole internazionali sul lavoro.
NAMA: confermando l’obiettivo della graduale reciprocità delle condizioni commerciali, fra cui dazi e barriere non tariffarie, almeno fra i paesi che rappresentano le economie più forti si sottolinea che i PVS non devono essere soggetti alla richiesta di applicare la formula a tutte le tariffe, devono poter escludere alcune line tariffarie dai negoziati (utilizzando il “paragrafo 8 Flessibilità”), evitando di esercitare pressione su di essi affinché partecipino ai diversi tavoli settoriali. La applicazione della reciprocità non piena deve favorire in ciascun paese, la realizzazione di adeguate politiche industriali ed evitare forme improprie di dumping o di protezione sopratutto da parte di paesi in posizione intermedia tra PVS e paesi industrializzati. Dal momento che nei regimi di preferenza commerciale, come nel settore tessile e abbigliamento, che sta subendo massicce perdite di posti di lavoro, sono inseriti i 50 paesi meno avanzati, questi dovrebbero essere temporaneamente esclusi dai negoziati NAMA, ponendo fine ai tentativi di una troppo rapida e totale eliminazione delle tariffe.
Nell’allegato B sul NAMA, paragrafo 10, è necessario prevedere la possibilità di escludere linee tariffarie dall’applicazione della formula tariffaria qualora risulti necessario per motivi di impatto sociale causati dalla perdita di posti di lavoro e dalla chiusura di imprese in seguito a ulteriori processi di liberalizzazione.
SERVIZI: escludere dai negoziati i servizi pubblici essenziali e i beni comuni e salvaguardare la possibilità di definire regole a livello nazionale o locale. L’approccio della lista positiva dev’essere mantenuto per consentire ai singoli paesi di scegliere se aderire o meno. Deve perciò essere scartata qualsiasi proposta per target quantitativi, benchmark o approcci plurilaterali obbligatori che definiscano livelli minimi di liberalizzazione.
AGRICOLTURA: è necessario definire una data ravvicinata di cessazione dei sussidi all’esportazione e altri sostegni interni distorsivi. Una data ancora più ravvicinata dev’essere individuata per il cotone, accogliendo inoltre le richieste dei PVS relative a prodotti specifici e ad uno specifico meccanismo di salvaguardia al fine di consentire loro il necessario grado di flessibilità.