Alternanza scuola-lavoro: crescono il dissenso e la protesta
Per Luigi Berlinguer la legge 107/15 sta uccidendo l’alternanza. Critiche pesanti persino da Confindustria.
Mentre il MIUR sta organizzando per il prossimo 16 dicembre gli Stati generali dell’alternanza scuola – lavoro che prevede la presentazione della “Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza” e della piattaforma di gestione dei percorsi (nota 2691 del 15 novembre 2017), continuano le discussioni sulle finalità dell’alternanza così come riordinata dalla Legge 107/15.
Se ne è parlato ampiamente durante l’annuale iniziativa svoltasi a Verona dal 30 novembre al 2 dicembre scorso, denominata JOB&Orienta. Il quadro che ne emerge è una sempre più ampia condivisione sulla necessità di un profondo ripensamento e di una revisione di quanto previsto sull’argomento dalla Legge 107/15. Luigi Berlinguer durante una tavola rotonda ha detto senza giri di parole e tra gli applausi dei presenti, che la Legge 107/15 sta uccidendo l’alternanza. Persino Confindustria, attraverso le parole di Claudio Gentili, ammette che l’obbligatorietà più che un’opportunità è diventata un problema per le scuole e per le imprese.
La FLC CGIL ha ribadito tutte le criticità espresse in questi anni e ha sottolineato come i timidi avanzamenti normativi si scontrano con un dettato normativo insensato, basti pensare all’obbligo di effettuare un numero minimo di ore, che orienta l’alternanza verso una torsione mercato-lavoristica sbagliata e obsoleta, che si basa sulla retorica dell’occupabilità che ha investito i sistemi di istruzione del nostro Paese e che ha trasformato la disoccupazione da problema sociale e collettivo di cui lo Stato se ne fa carico in prima persona, a problema individuale.
Nonostante questa situazione il MIUR continua imperterrito a sottoscrivere protocolli di intesa (oltre 80 a livello centrale e circa 100 a livello di uffici scolastici regionali) e a pensare all’alternanza in termini più gestionali-organizzativi che metodologico-didattici. Esemplare in questo senso è il protocollo con ANPAL sui tutor territoriali di cui abbiamo trattato più volte (vedi correlati). Nonostante le rassicurazioni fornite dal MIUR e dai rappresentanti dell’ANPAL durante uno specifico incontro che si è svolto nei giorni scorsi, sul fatto che tali figure non andranno ad invadere l’autonomia delle istituzione scolastiche e le competenze dei docenti, appare chiaro che la selezione delle scuole da supportare è finalizzata prioritariamente a “combattere le sacche di resistenza alla co-progettazione”. Se a questa iniziativa si associano sia la prosecuzione della politica degli sgravi e delle decontribuzioni per le assunzioni dei giovani che abbiano effettuato il 30% delle attività di alternanza nell’azienda che chiede lo sgravio, sia i voucher che le Camere di Commercio stanno proponendo alle imprese per accogliere studenti in alternanza, il quadro che ne emerge è chiaro e univoco. Ribadiamo la domanda già posta in più occasioni: tali scelte incoraggiano oppure scoraggiano la sostituzione di forza lavoro retribuita con forza lavoro non pagata?