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Alternanza scuola lavoro: assegnate le risorse per l’anno scolastico 2006/2007

Sono stati definiti i criteri di assegnazione dei fondi per i progetti di sperimentazione dell’alternanza scuola lavoro per l’anno 2006/07

11/10/2006
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Si è tenuto nei giorni scorsi al Ministero della Pubblica istruzione un incontro tra il vice ministro Bastico e le OO.SS. di categoria sulla definizione dei criteri di assegnazione dei fondi per il finanziamento dei progetti sull’alternanza scuola lavoro, come previsto dallo stesso decreto legislativo 77/05, che destinava all’alternanza 30 milioni di euro.

Come noto, questo stanziamento era finalizzato al passaggio a regime dell’alternanza ma con la legge 228/06 ne è stata prorogata la scadenza, con la possibilità di introdurre modifiche. Quindi, anche per questo anno scolastico, l’attuazione di percorsi in alternanza è da considerarsisperimentale, tenuto conto anche del fatto che continuano a mancare standard nazionali di riferimento.

Il vice ministro ha innanzitutto ribadito la necessità di far arrivare alle scuole le risorse nel più breve tempo possibile, così come ha sostenuto la necessità di mettere in atto forme di monitoraggio e valutazione delle esperienze realizzate, ai fini della stessa definizione di standard nazionali. Ha quindi avanzato la proposta di distribuirei finanziamenti su due capitoli comunque inerenti l’alternanza:

  • 10 milioni di euro a progetti di alternanza scuola lavoro, confermando così lo stesso finanziamento dello scorso anno;

  • 20 milioni di euro a progetti finalizzati alla ristrutturazione e allo sviluppo dell’istruzione professionale, comprensivi della terza area professionalizzante.

In tal modo, ha sostenuto il vice ministro, si conferma anche sul versante dei finanziamenti la scelta espressa in Finanziaria di mantenere l’Istruzione professionale in capo allo Stato, diversamente da quanto stabilito dal governo precedente, prevedendone una revisione dell’ordinamento. Le risorse sono finalizzate anche a rivitalizzare il settore, iniziando a dare risposte alle sofferenze di questi ultimi anni.

La volontà del precedente ministro di marginalizzare l’istruzione professionale era stata alimentata da continui tagli che avevano portato le scuole ad un disagio economico non più sostenibile.

Nel nostro intervento come FLC Cgil abbiamo ribadito la nostra posizione:

  • consideriamo l’alternanza una metodologia didattica e come tale non può essere intesa come percorso per “l’intera formazione” così come è invece definito nel decreto;

  • è necessario nel più breve tempo possibile non solo effettuare un monitoraggio ma valutare le esperienze realizzate ai fini della definizione di standard per una successiva configurazione di sistema nazionale;

  • va definita, congiuntamentecon tutti i soggetti istituzionali coinvolti, cosa si intende per alternanza, visto che negli anni sotto questa espressione sono state realizzate le più disparate attività;

  • apprezziamo la scelta di destinare parte delle risorse a sostenere la terza area dell’istruzione professionale. Viene così accolta e riconosciuta una emergenza dell’istruzione professionale da noi denunciata in più occasioni negli ultimi anni ;

  • è necessario rivederei protocolli d’intesa sottoscritti a livello nazionale con una pluralità diassociazioni datoriali, di cui siamo venuti a conoscenza dalla lettura del sito del Ministero. Il coinvolgimento delle parti sociali deve diventare un criterio di riferimento, partecipazione delle parti sociali sia a livello nazionale che territoriale, come da sempre la Cgil ha chiesto, sin dalla sottoscrizione del primo protocollo con Confindustria .

E’ inaccettabile che su questa partita non siano mai state coinvolte le organizzazioni sindacali ed in tal senso chiediamo una decisa inversione di rotta.

Nel concludere l’incontro, il vice Ministro ha ribadito la volontà di riportare a sistema l’alternanza, nel pieno rispetto dell’autonomia, partendo da una valutazione attenta delle esperienze realizzate.

Occorre definire standard nazionali, con il confronto interistituzionale e con le parti sociali.

Da questo punto di vista il vice ministro ha ribadito la necessità di coinvolgere tutte le parti sociali, e a tal fine si è impegnata a rivedere i protocolli sottoscritti in questi anni con le associazioni datoriali.

Roma, 11 ottobre 2006