Disposizioni urgenti in materia d’istruzione: poli e istruzione tecnica superiore
La VII commissione della Camera ha approvato il DDL 2272 ter quale stralcio del disegno di legge Bersani sulla scuola: poli, ITS cosa cambia
Nella seduta del 21 giugno così come da noi preannunciato la Commissione cultura della Camera ha approvato una serie di importanti disposizioni che con il nuovo anno scolastico dovrebbero andare in vigore se questi saranno approvati definitivamente dal Parlamento.
Le norme spaziano in vari settori dell’istruzione e sono un ulteriore tentativo di accelerare i cambiamenti messi in atto negli ultimi mesi dal ministro Fioroni.
In particolare per l’Istruzione Tecnica Superiore (ITS) viene definito il titolo d’uscita quale “Diploma di tecnico superiore” e contemporaneamente viene ribadita la certificazione di specializzazione tecnica superiore rilasciata a conclusione dei corsi IFTS; entrambi i titoli saranno riconosciuti al fine dell'ammissione ai pubblici concorsi.
Anche se è importante aver individuato un chiaro sbocco professionale all’ITS, con il riconoscimento ai fini di pubblici concorsi, nell’ottica di dare concreta attuazione alle raccomandazioni dell’UE , sarebbe stato opportuno indicare il livello della certificazione europea corrispondente (EQF).
Ciò premesso, rimaniamo alquanto perplessi nel veder richiamato, con un nuovo riconoscimento il titolo finale degli IFTS. Nella legge finanziaria 2007 si parlava di una loro ristrutturazione verso gli ITS; con il presente disegno di legge in discussione, gli IFTS sembrano confermati, ciò ci autorizza a pensare che ci saranno gli IFTS ( consorzio o ATS fra scuola, università, impresa, ricerca e FP) e gli ITS che andranno a costituire i poli. Quale sarà la differenza fra questi percorsi, i titoli rilasciati, il loro profilo e contenuto non è chiaro, creando così non pochi problemi se non disorientamento per i giovani.
In questo modo ci ritroveremo con più sistemi formativi superiori alternativi che rischiano di sovrapporsi fra loro: ITS, IFTS, formazione professionale di secondo livello.
L’ITS rimane ancora labile nella sua strutturazione e anche se definito un percorso d’istruzione superiore a sistema, facente parte dell’ordinamento nazionale d’istruzione, non viene in alcun modo specificato il cammino da intraprendere per la loro attuazione, non è chiara la loro collocazione nel sistema d’istruzione, la durata, così come non è chiara la data d’inizio dei nuovi percorsi.
Se si intendono definire tutti gli aspetti giuridici ordinamentali esclusivamente con linee d’indirizzo e accordi Stato/Regioni si avrebbe qualche problema ad individuare l’ordinamento nazionale.
Il diploma di tecnico superiore necessita di essere declinato a livello nazionale così la sua connessione con il percorso di individuazione di figure professionali nazionali per la formazione professionale più volte dichiarato negli intenti del MPI.
C’è inoltre la necessità di chiarire che i poli, per la loro natura fortemente collegata con le caratteristiche economiche produttive del territorio, sono la base per la filiera formativa territoriale e indispensabili per una qualificata offerta di una istruzione tecnica superiore e quindi vanno previsti a sistema e non con il “si possono” ipotizzato dalla legge 40/07.
Non si comprenderebbe il funzionamento degli ITS, con autonoma personalità giuridica anche al di fuori dei poli tecnico-professionali e la conseguente configurazione organizzativa differente.
Così come più volte ribadito non ha invece senso pensare nei poli al ruolo delle strutture della formazione professionale accreditate ai sensi dell’art 1 comma 624 della legge 296/06, infatti queste sono accreditate ai fini di progetti di percorsi triennali per l’assolvimento dell’obbligo all’istruzione e quindi con ruolo transitorio così come a loro assegnato dalla norma appena ricordata.
La formazione professionale, già presente negli IFTS, ha invece bisogno di rafforzare il suo ruolo nei poli proprio quale ente specifico per l’alta specializzazione di formazione professionale che le deve essere riconosciuta. Da ciò scaturisce la necessità, quindi, di un inserimento maggiormente significativo della formazione professionale nel contesto dei poli rispetto a quello definito con la legge 40/07.
Non è da tralasciare o sottovalutare l’impegno economico necessario per il nuovo sistema ITS/poli tecnico-professionali considerato che le risorse messe a disposizione dal MPI sono limitate e rappresentano solo un contributo. L’articolo 30 del disegno di legge in discussione cerca di riequilibrare, con un fondo perequativo, squilibri economici che possono crearsi con le risorse impegnate con le fondazioni, ma c’è la necessità di indicare in che modo il MPI intende garantire il necessario apporto di risorse umane.
Infatti, se si parla di un nuovo sistema formativo di livello di apprendimento superiore, c’è la necessità di normare l’accesso delle risorse umane che saranno utilizzate dal MPI tenendo conto che l’istruzione negli ITS dovrà avvenire senza ulteriori oneri a carico dello Stato.
Roma, 26 giugno 2007