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Formazione tecnica superiore ed emergenza coronavirus: il punto della situazione

Scarne indicazioni del Ministero e norme diversificate tra Regioni. Si conferma una visione localistica e non nazionale di questo segmento del sistema formativo.

22/04/2020
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Anche i percorsi formativi della formazione tecnica superiore sono stati coinvolti dalle restrizioni imposte dai provvedimenti adottati a seguito della grave emergenza epidemiologica da COVID 19 che il nostro Paese sta attraversando da circa due mesi.

Emergenza Coronavirus: notizie e provvedimenti

In base al decreto che ha riformato la formazione tecnica superiore (DPCM 25 gennaio 2008) rientrano in tale segmento del sistema educativo i percorsi riguardano i percorsi

  • dell’istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) di durata annuale
  • erogati dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS), di durata biennale e talvolta triennale.

Gli ITS sono presenti in tutte le Regioni, molto meno diffusi sono i percorsi IFTS.

Nell’ambito degli Istituti tecnici Superiori, al termine del percorso, in esito ad uno specifico esame, viene rilasciato dagli istituti tecnici e professionali, enti di riferimento delle Fondazioni ITS, un diploma di tecnico superiore. Per poter accedere all’esame occorre frequentare l’80% della durata complessiva del percorso. Inoltre almeno il 30% del monte ore deve essere dedicato a “stage aziendali e tirocini formativi” (DPCM 25 gennaio 2008, art. 4 comma 2 lettera a).

Con nota 3803 del 4 marzo 2020 la Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, inviata ai Presidenti e Referenti delle ITS, ma non alle organizzazioni sindacali, aveva fornito le seguenti indicazioni

  • tenuto conto della sospensione delle attività formative in presenza per le emergenze connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19, le attività predette possono essere svolte, ove possibile, con modalità telematiche a distanza individuate dalle Fondazioni ITS
  • in tale caso le attività formative saranno certificate da parte del Comitato tecnico-scientifico
  • nel caso non sia possibile approntare e/o correttamente realizzare modalità didattiche a distanza, le Fondazioni ITS, successivamente al ripristino dell'ordinaria funzionalità
  1. assicurano il recupero delle attività formative non svolte
  2. individuano le relative modalità di svolgimento.
  • Riguardo agli stage e ai tirocini, fino alla comunicazione di cessata emergenza da parte delle autorità competenti, le Fondazioni ITS possono
  1. disporre l'interruzione delle attività già avviate
  2. sospendere quelle programmate e non ancora iniziate.

Il Ministero invitava gli ITS e le aziende interessate a rivedere la pianificazione e la calendarizzazione delle attività

  • per gli ITS che avevano programmato lo svolgimento delle prove di verifica finale entro il prossimo mese di marzo 2020 il Ministero invitava a valutare la possibilità di rinviarle, dandone tempestiva comunicazione allo specifico uffico ministeriale. In ogni caso le Fondazioni ITS sono tenute ad assicurare, successivamente al ripristino dell'ordinaria funzionalità, il recupero delle prove di verifica finale che siano state eventualmente rinviate
  • Le attività di orientamento la cui conclusione era prevista per giugno 2020, possono essere effettuate entro il 10 ottobre 2020.

Da notare che tutte queste disposizioni sono state di fatto prorogate fino al 3 maggio 2020 tenuto conto dei vari DPCM emanati successivamente.

A fronte di queste disposizioni che, aldilà del merito, hanno il pregio di fornire indicazioni unitarie per tutto il Paese, ancorate ad un’idea di Sistema Nazionale di Formazione Tecnica Superiore, nelle settimane successive abbiamo assistito all’emanazione di una serie di disposizioni regionali tutte di carattere prescrittivo, il più delle volte senza alcun riferimento né diretto o indiretto alle disposizioni ministeriali.

Nella maggior parte dei casi i provvedimenti hanno riguardato la formazione a distanza (attività sincrona, attività mista, modalità asincrona), calcolo delle ore effettuate, tracciabilità, certificazioni, registri, ecc. Diversi atti si sono soffermati sulle modalità di effettuazione degli stage o tirocini a distanza.

Emerge dall’analisi dei provvedimenti adottati che le Regioni ritengono applicabile agli ITS l’Accordo sottoscritto il 31 marzo scorso fra le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e che riguarda “la deroga temporanea alle linee guida approvate dalla conferenza delle regioni e delle province autonome il 25 luglio 2019 in materia di fad/e-learning applicabile durante la fase di emergenza epidemiologica covid 19.

In particolare

  • il ricorso a modalità FAD/e-learning è esteso al 100% del monte ore relativo alla formazione teorica, di cui

  1. fino al 30 % con modalità sincrone/asincrone;
  2. il restante 70%, aggiuntivo rispetto al punto precedente, esclusivamente con modalità sincrona, che consiste in lezioni interattive che consentono al docente e agli allievi di condividere “in diretta” lo svolgimento della formazione teorica, simulando di fatto un’aula fisica
  • Per i corsi in modalità asincrona è richiesto come requisito minimo che venga garantito il tracciamento dell'erogazione del servizio e la conseguente produzione di specifici report o evidenze di fruizione degli allievi

  • Per i corsi in modalità sincrona è richiesto, in alternativa e nel rispetto dei diversi ordinamenti regionali

  1. o che la piattaforma tecnologica individuata garantisca l’autenticazione e il tracciamento della presenza di docenti e discenti e la conseguente produzione di specifici report
  2. o che i corsi siano ispezionabili da remoto e che venga tenuto il registro delle presenze on-line
  • rimane obbligatorio lo svolgimento in presenza

  1. del monte ore di formazione pratica
  2. dell’esame conclusivo.

Anche da questa vicenda appare chiaro come si stia rafforzando inesorabilmente una dimensione parcellizzata e localistica della Formazione Tecnica Superiore, sempre più lontana dall’idea di un Sistema unitario e nazionale che, a nostro giudizio, dovrebbe essere al servizio di un nuovo modello di sviluppo dell’Italia coerente con un riposizionamento dei sistemi produttivi in direzione della rigenerazione urbana, della domanda interna e dei consumi collettivi, della riconversione ecologica e del cambio energetico.