Nonno, cos'è il sindacato? Il nuovo libro di Edizioni Conoscenza

Home » Attualità » Formazione lavoro » IFTS ITS PON » Il punto sugli ITS

Il punto sugli ITS

Primo incontro al MPI con le OO.SS. di categoria sulla ristrutturazione degli IFTS e la definizione dell’Istruzione Tecnica Superiore.

24/09/2007
Decrease text size Increase  text size

Nei giorni scorsi si è avuto al Mpi un incontro sul tema della ristrutturazione dell’istruzione tecnica superiore (ITS) a proseguimento dell’incontro del 5 settembre.

Alla riunione erano presenti sia le organizzazioni sindacali di categoria che confederali così come richiesto nel documento congiunto del 7 agosto.

L’argomento all’ordine del giorno è stato introdotto dal direttore generale Nardiello, la quale ha presentato le linee generali del DPCM che dovrà regolamentare la nuova istruzione tecnica superiore.

Si ipotizza un decreto che inglobi tutta la precedente normativa degli IFTS, dal 2000 ad oggi, e che nel contempo crei raccordo tra gli attuali IFTS e i nuovi ITS sulla base del comma 626 dell’art. 1 legge finanziaria 2007 e dell’art. 13 legge 40/07.

È stato chiarito che per il momento gli IFTS resteranno ed assumeranno il ruolo di corsi per richieste formative occasionali, mentre gli ITS avranno una struttura organica e stabile in continuità con le richieste di cultura scientifica e tecnologica provenienti dal territorio.

Gli ITS interverranno esclusivamente per realizzare percorsi di specializzazione tecnica superiore in relazione alle cinque aree di intervento individuate come prioritarie per lo sviluppo dal Ministero per lo Sviluppo Economico (progetto Industria 2015).
Si ipotizza, infatti di collegare questa tipologia di formazione ai progetti di innovazione industriale individuati nell’ambito delle seguenti aree tecnologiche:

  • efficienza energetica.

  • Mobilità sostenibile.

  • Nuove tecnologie della vita.

  • Nuove tecnologie per il made in Italy.

  • Tecnologie innovative per il patrimonio culturale.

Gli ITS giuridicamente dovranno configurarsi quali “Fondazioni di partecipazione” i cui soggetti fondatori risultano essere: un istituto tecnico o professionale, una struttura formativa accreditata dalle regioni, un’università, un’impresa del settore produttivo cui si riferisce l’ITS. Si ritiene opportuno che tra i soggetti fondatori sia presente anche un centro di ricerca, così come previsto dalla precedente programmazione.

Poiché tutti i soggetti partecipanti alla fondazione devono contribuire alla costituzione del patrimonio della fondazione di partecipazione, l’amministrazione ha evidenziato l’importanza della presenza degli enti locali che dovranno intervenire principalmente con risorse strumentali.

Obiettivo generale della riorganizzazione risulta essere:

  • assicurare il raccordo sistematico con le misure dello sviluppo economico,

  • stabilire un raccordo organico con gli istituti tecnici e professionali e le strutture formative accreditate dalle regioni con riferimento ai poli tecnico professionali, da istituire ai sensi dell’art. 13 della legge 40/07,

  • promuovere l’orientamento dei giovani verso le professioni tecniche,

  • promuovere raccordi con la formazione continua,

  • sostenere la formazione dei docenti delle discipline scientifiche, tecnologiche e tecnico professionale,

  • sostenere misure di accompagnamento al lavoro.

Tutto il piano di ristrutturazione interviene partendo da un piano triennale di programmazione delle regioni che dovrà essere declinato sulla base delle linee guida fissate dall’emanando DPCM.

Al DPCM saranno acclusi due allegati che conterranno:

  • linee guida per la costituzione degli ITS e il modello di statuto delle fondazioni di partecipazione, al fine di avere elementi essenziali unici su tutto il livello nazionale.

  • Linee guida che riportano tutta la normativa degli IFTS dal 2000 ad oggi concordata in Conferenza Unificata e con le parti sociali.

Come FLC e CGIL, pur riconoscendo il lavoro messo in atto dall’Amministrazione, abbiamo evidenziato come dal 7 di agosto abbiamo chiesto un incontro con il Ministro su questa tematica che, per via di normative che si sono sovrapposte, risulta delineare percorsi paralleli poco distinguibili gli uni dagli altri, producendo il rischio di confusione per chi li dovrebbe scegliere.
Le finalità degli ITS ed IFTS sembrano quasi coincidere, così come non è chiara la distinzione tra i Poli costituiti dopo l’istituzione degli IFTS, che pare possano permanere, ed i Poli tecnico professionali, da costituire dopo l’approvazione dell’art. 13 della legge 40/07.
Inoltre, l’insieme di queste offerte formative rientra nella competenza regionale sulla programmazione dell’offerta formativa integrata, e non sono obbligatorie. Ciò produce il rischio che si possono produrre situazioni territoriali nelle quali tutte le tipologie sono programmate e situazioni dove nessuna di loro è presente, per via delle differenti condizioni economiche e culturali far le regioni.
Ma se, come recita il testo legislativo, gli ITS dovrebbero diventare sistema di offerta formativa superiore non universitaria, il fatto che siano istituibili ma non obbligatori rischia di aggravare le differenze tra territori ricchi e territori poveri.

Le risorse stanziate per gli IFTS non vanno disperse e quindi occorre definirne la distribuzione in tempo utile, ma all’interno di un necessario chiarimento sul senso dei percorsi formativi che si vanno a finanziare.

Roma, 24 settembre 2007

Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

SFOGLIALO IN ANTEPRIMA!