L’ISFOL riconosce il congedo matrimoniale al dipendente che ha contratto matrimonio all’estero con persona dello stesso sesso
Un primo importante riconoscimento che dà ragione a quanto la CGIL e le Associazioni LGBTI rivendicano da tempo.
Il numero dei datori di lavori che riconoscono il congedo in occasione del matrimonio same-sex sono in crescita nel settore privato, ma non mancano buoni esempi anche nel settore pubblico, come nelle università e negli enti di ricerca.
L’ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) ha accordato al proprio dipendente Rosario Murdica il congedo per il matrimonio celebrato all’estero con una persona dello stesso sesso.
Il riconoscimento del diritto al congedo matrimoniale da parte dell’ISFOL garantisce diritti fondamentali anche alle famiglie formate da persone dello stesso sesso e conferma quanto l’estensione dei diritti sul lavoro sia importante per il superamento delle discriminazioni nei confronti delle persone LGBTI.
Dichiara Rosario Murdica che ha ottenuto il congedo: “Con questo primo importante riconoscimento si dà ragione a quanto la CGIL e le Associazioni LGBTI rivendicano da tempo, ossia la rimozione di tutte le forme di discriminazione basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Peraltro, diritti come questo dovrebbero essere riconosciuti anche attraverso la contrattazione collettiva (come già accade in alcuni casi), sulla scorta dei principi anti-discriminatori contenuti nel decreto legislativo 216 del 2003. Bisogna che i sindacati, le associazioni LGBTI e i singoli, che lottano per il riconoscimento di tali diritti, trovino ascolto per l’estensione delle pari opportunità nel mondo del lavoro”.