La Scuola del Popolo è viva e si rilancia
Concluso il I° Forum Nazionale di Capua
Il Forum si è svolto nella splendida "Sala Reale" del Museo Campano di Capua che ha accolto lo scorso 7 luglio un centinaio di persone convenute da tutta Italia per analizzare la sperimentazione della Scuola del Popolo dopo i suoi primi tre anni di vita. Una platea composita e variegata costituita da Camere del lavoro, sindacalisti, docenti, rappresentanti di Associazioni, pensionati e collaboratori provenienti da Alessandria, Benevento, Cagliari, Caserta, Catania, L’Aquila, Lodi, Oristano, Prato e Roma; ma anche da strutture regionali della Cgil come la Campania, la Lombardia (FLC), la Sicilia (FLC) e la Sardegna. Dopo gli interventi e i saluti l’attenzione è stata massima durante l’illustrazione dei risultati del lavoro svolto. Era la prima volta che i dati venivano assemblati in maniera organica per offrire una visione complessiva della sperimentazione. Questi i dati: dopo la sua nascita a ottobre 2019, delle venti Camere del Lavoro in cui era attivo il progetto al momento del lockdown, la Scuola del Popolo è oggi ancora presente in tredici. Essa si è sviluppata con più facilità nelle piccole città, con una maggiore presenza al sud e nelle periferie delle grandi città. Sono più di 600 le persone coinvolte nelle ultime attività “in presenza” del 2022 (dati disponibili di tre esperienze). Sono attive complessivamente 5 pagine Facebook in vari territori. Attraverso il progetto “Non è mai troppo tardi”, nato all’interno della Scuola del Popolo, vengono elaborati video lezioni che raggiungono ogni mattina i cellulari di non meno di 1.500 persone, all’interno di una rete costituita da SPI, Auser e Scuole del Popolo sparse per l'Italia. Le attività on-line, riferite alla Scuola del Popolo di Oristano (ormai “il” laboratorio di sperimentazione), hanno registrato oltre 60 mila visualizzazioni delle 325 lezioni suddivise in 25 corsi in pochi mesi di vita. Decine sono gli accordi sottoscritti con Comuni, Fondazioni, servizi sanitari, associazioni di volontariato e tanto altro. Mezza dozzina le raccolte fondi di solidarietà, organizzazioni di biblioteche, sino alla progettazione di un simposio di scultura. Sono circa 200 i collaboratori volontari che, a titolo gratuito, ogni giorno animano questo mondo. Nessuna sovrapposizione con progetti pre-esistenti, ma al contrario, si sono realizzate e registrate fruttuose sinergie, consolidando o promuovendo una nuova militanza, sia tra i corsisti che tra i collaboratori. “La Scuola del Popolo è una scommessa giocata e vinta dalla Flc nel declinare il suo modo di essere parte di un sindacato generale confederale” ha ricordato Manuela Calza della Segreteria Nazionale Flc, sottolineando come questo progetto abbia resistito a tutto, reagendo e trasformarsi di fronte a sconvolgimenti epocali come quelli provocati dalla pandemia. La validità dell’analisi sul tema della solitudine e dei danni che essa genera sulle persone nella nostra società, a base della proposta della Scuola del Popolo, è stata poi confermata dalla relazione della Prof.ssa Lucia Ariemma, Professore Associato del dipartimento di Psicologia dell’Università della Campania L. Vanvitelli.
La tavola rotonda, coordinata da Pino Salerno, ha disegnato plasticamente la ricchezza, l’originalità e la varietà dell'attività svolta, grazie alle testimonianze di Gigi Taras per Oristano, Eliana Quintavalle della V° Lega Spi di Rieti Roma Est e Valle dell'Aniene, Caterina Cocco della Cgil Sarda, Franco Armosino segretario Cgil Alessandria, Andrea Bagni di Prato e Miriam Biondo della Flc dell'Aquila. Un saluto dell'Auser di Caserta ha preceduto le conclusioni di Giuseppe Massafra, della Segreteria della Cgil Nazionale, che ha definito la Scuola del Popolo “un progetto maturo da mettere a disposizione delle sue Camere del Lavoro per interagire più efficacemente sul territorio attraverso l’animazione culturale” sottolineando per altro, come esso affondi le sue radici nella storia stessa della Cgil, rinvigorendo e rinverdendo l’impegno che fu di Giuseppe Di Vittorio”. Alla conclusione del Forum si può osservare però una cosa: i numeri, gli studi fatti, le analisi della sperimentazione resteranno sempre comunque un qualcosa di incompleto. Non potranno mai descrivere, cioè, lo sguardo delle tante persone che seguendo le attività, giorno dopo giorno, si è trasformato e illuminato, scoprendo e ringraziando una Cgil più vicina e solidale, capace di rispondere a bisogni più profondi delle persone restituendo loro dignità e autostima. Come è sempre stata nella sua storia.