Lavoro flessibile: CGIL, CISL e UIL scrivono ai ministri Madia e Poletti
I sindacati chiedono al Governo misure di tutela occupazionale per i precari della Pubblica Amministrazione assunti con contratti flessibili.
CGIL, CISL e UIL hanno trasmesso una lettera unitaria ai Ministri Madia e Poletti sul lavoro precario, in merito alla legge delega n. 124 del 7 agosto 2015 che si propone l'intento di disciplinare le forme di lavoro flessibile alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.
La Legge affronta un principio condivisibile, poiché la situazione attuale del lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni è caratterizzata da un quadro normativo disorganico e problematico, ma per CGIL, CISL e UIL è assolutamente necessario che nella Legge di bilancio 2017 vengano individuate soluzioni positive in tema di alcuni dei problemi che oggi riguardano il lavoro “flessibile” e che rivestono, alla luce della legge 124/2015, un carattere di “vera e propria emergenza”.
Tra le emergenze da affrontare, nella lettera vengono citate:
- la previsione di cui all'art.2 del dlgs 81/2015 che prevede che dall'1.1.2017 sia comunque fatto divieto alle Pubbliche Amministrazioni di stipulare i contratti di collaborazione coordinata e continuativa;
- la scadenza al 31/12/2018 di tutti i contratti a tempo determinato, non compresi tra quelli di cui al primo punto, attivi nelle Pubbliche Amministrazioni;
- la scadenza al 31/12/2016 della proroga degli Assegni di Ricerca nelle Università e negli Enti Pubblici di Ricerca (circa 16.000).
Il Conto annuale 2014 quantifica il numero dei contratti interessati dal primo e dal secondo punto, rispettivamente 36.000 e 80.000.
Le recenti pronunce della Corte di giustizia dell'Unione europea e della Corte Costituzionale (187/2016) rendono inoltre non più praticabile la semplice disciplina della proroga. Tuttavia, per i Contratti di collaborazione l'attuazione della delega ex art.17 della legge 124/2015 porterebbe alla traumatica conclusione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa oggi attivi e che proprio in ragione di tale scadenza hanno durata fino al 31.12.2016.
Per questo motivo CGIL, CISL, UIL ritengono che il Governo non potrà esimersi dall'adottare già nella Legge di Bilancio le misure necessarie per evitare la perdita dei posti di lavoro di tanti dipendenti che assicurano servizi fondamentali nelle Pubbliche Amministrazioni (dalle amministrazioni centrali, alla sanità, alle scuole, alle autonomie locali, alle università ed agli enti di ricerca). Ciò non solo per le gravi ricadute sul piano sociale ed occupazionale, ma anche perché il mancato intervento contrasterebbe con le richiamate misure innovative per “prevenire il precariato”.