Manovra, CGIL: gravissimi tagli a diritti lavoratori
In merito ai provvedimenti sulla parte lavoro contenuti nella manovra 'anti crisi' varata dal Governo, la Confederazione avverte "si ribalta l'accordo del 28 giugno" e si "introduce un criterio di retroattività, pagando così la cambiale da tempo promessa alla FIAT". Per la CGIL si tratta di norme “norme sbagliate, ideologiche e punitive" che non sostengono l'occupazione dei giovani.
Da www.cgil.it
"In una manovra ancora più sbagliata e iniqua si usa la crisi per nuovi gravissimi tagli ai diritti dei lavoratori". È il commento del Segretario Confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, sulla parte lavoro della manovra 'anti crisi'. "Solo così, se i testi saranno confermati, si possono leggere le norme che si ha il coraggio di chiamare 'a sostegno dello sviluppo e dell'occupazione'", aggiunge.
Il dirigente sindacale nel ricordare come le parti sociali avevano chiesto di non intervenire, afferma "ma il governo se ne infischia e annuncia il ribaltamento dell'accordo del 28 giugno che prevedeva la sovra ordinazione dei contratti nazionali sul resto della contrattazione". Con le nuove disposizioni, spiega Fammoni, "i contratti sottoscritti a livello aziendale (anche da rappresentanti aziendali di comodo e senza il voto dei lavoratori?) potrebbero operare in totale deroga ai contratti nazionali e addirittura alle 'disposizioni di legge vigente'".
Inoltre, prosegue il sindacalista, "sono previste tutte le materie possibili e naturalmente anche il tema della libertà di licenziamento e dell'articolo 18: l'ossessione del ministro del Lavoro". E come al solito, fa sapere Fammoni "si introduce un criterio di retroattività, pagando così la cambiale da tempo promessa alla FIAT. Non si può - avverte -, anche se lo dice questa legge, con un contratto aziendale disapplicare altre norme di legge. Non è solo una scelta gravissima ma ritengo abbia evidenti vizi di incostituzionalità".
Altri punti del provvedimento sono contestati dalla CGIL. "Al governo non basta - aggiunge Fammoni - perchè c'è anche una norma molto grave verso i disabili, legalizzando praticamente la scelta dei reparti o aziende confino per questi lavoratori. Così come c'è - prosegue il dirigente sindacale - un nuovo schiaffo alle parti sociali e alle regioni sul tema dei tirocini". In generale, quindi, sono "norme sbagliate, ideologiche e punitive, che durante una fase così grave di crisi attaccano i diritti dei lavoratori. Niente ma proprio niente a sostegno dell'occupazione e dei giovani. Norme - conclude Fammoni - che contrasteremo fino in fondo, come spero faranno le altre parti sociali, e fino a quando saranno ritirate o cassate".