La manovra economica del Governo interviene ancora una volta sulle pensioni
Innalzamento dell'età pensionabile delle donne, revisione dei requisiti di età già dal 2013, allungamento della finestra mobile
Con la Legge 111/11 è stato convertito in legge il Decreto 98/11 Molte le novità introdotte in particolare nel settore previdenziale.
Ancora una volta, per fare cassa, si interviene in materia previdenziale e anche sugli attuali pensionati.
Età pensionabile delle donne nel settore privato
L'età pensionabile delle donne del settore privato, si innalza con gradualità a cominciare dal 2020 per arrivare a quota 65 nel 2032, un intervento più soft rispetto a quello che in precedenza era stato riservato alle lavoratrici del pubblico impiego che con la manovra dello scorso anno si sono viste innalzare il requisito di anzianità a 65 anni già dal 2012.
Revisione dei requisiti di età per il pensionamento
Viene ri-anticipato al 2013 il primo aumento (3 mesi) dell'età pensionabile legato all'aspettativa di vita. Il secondo aumento (4 mesi) è previsto nel 2016. L'aumento dell'età pensionabile si applica a tutti (lavoratrici, lavoratori) e va ad agire sia ai fini del diritto alla pensione di vecchiaia che di quella di anzianità.
Allungamento finestra mobile
Si interviene anche sulla finestra mobile (legge 122/2010) che già posticipava di un anno la decorrenza della pensione di anzianità per chi maturava i 40 anni di contribuzione senza nessun beneficio ai fini pensionistici, con questa ultima norma introdotta a sorpresa dal Governo, i lavoratori in questione saranno ulteriormente penalizzati perché si vedranno posticipare la pensione di un altro mese nel 2012, di due mesi nel 2013 e di tre mesi 2014. La disposizione non si applica a color che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2011 e ai comparti della scuola e dell'AFAM.
È chiaro che questa norma serve solamente a fare cassa e a bloccare l'ingresso delle giovani generazioni alle quali si riserva non solo un percorso lavorativo pieno di ostacoli ma anche un futuro previdenziale sempre più povero.
Rivalutazione delle pensioni
Viene anche peggiorato quanto già previsto nel decreto perché si nega la rivalutazione complessiva della pensione per chi percepisce un reddito superiore a 5 volte il trattamento minimo.La rivalutazione sarà fatta in misura del 70% sulla fascia corrispondente a tre volte il minimo, mentre sulla quota rimante non sarà applicata. Ricordiamo che il minimo Inps attualmente corrisponde a 460,00 euro mensili.