Le pensioni non sono merce di scambio!
A meno di un mese dall’ultima modifica al sistema previdenziale ancora restrizioni ai diritti pensionistici.
Non è passato un mese dall’ultima modifica al sistema previdenziale ( L.111/2011) effettuata dal Governo Berlusconi, che di nuovo per raggiungere il pareggio del Bilancio imposto dall’Europa si introducono con la manovra anticrisi di agosto ulteriori restrizioni ai diritti pensionistici.
Le aspettative dei mercati prevalgono sulla qualità della vita dei cittadini e dei lavoratori, i cui diritti sono per questo Governo il salvadanaio a cui attingere per rimediare a tre anni di mancata programmazione economica e di mancati investimenti nella ricerca pubblica.
Per la terza volta nel giro di un anno si mette mano ai diritti pensionistici, come se fossero una regalia, piuttosto che la salvaguardia di un’anzianità dignitosa.
Per la terza volta nel giro di un anno si impedisce ai lavoratori di programmare con certezza l’uscita dal lavoro, iniziato spesso, per le generazioni con i requisiti attuali, in età precoce.
In un Paese dove il lavoro di cura è ancora affidato esclusivamente alle donne, in un Paese in cui si sta pensando a tagli significativi all’assistenza, allungare l’età pensionabile delle donne vuol dire chiedere ad esse ancora una volta sacrifici maggiori.
Nel concreto gli interventi pesanti ed iniqui sul sistema previdenziale del Governo Berlusconi in poco tempo hanno introdotto modifiche peggiorative dei requisiti di accesso: un aumento secco dell'età pensionabile delle donne del pubblico impiego a 65 anni, finestre mobili per i lavoratori pubblici le quali posticipano il pensionamento di un anno dalla maturazione dei requisiti, un iniziale e graduale aumento dell'età pensionabile delle donne del settore privato, l’anticipazione al 2013 dell'incremento dovuto all'aspettativa di vita.
Se il nuovo decreto dovesse essere convertito in legge, verrebbe introdotta la finestra mobile anche per i lavoratori della scuola statale, a partire da coloro che matureranno i requisiti dal prossimo anno sia per le pensioni di anzianità che di vecchiaia, verrebbero penalizzate le pensioni di anzianità col posticipo di 2 anni per incassare il TFR, verrebbe anticipato il raggiungimento dei 65 anni di età come requisito pensionabile per le donne dei settori privati (dal 2028 al 2026).
Il sistema pubblico delle pensioni è parte fondamentale dello Stato sociale che deve garantirne la sostenibilità in un quadro normativo definito e i cui cambiamenti devono avvenire di concerto con le parti sociali.
La FLC CGIL è in campo per difendere il sistema pubblico delle pensioni e sottrarlo all’agone politico dove si scontrano interessi contrapposti che poco hanno a vedere col destino dei lavoratori e dei loro diritti.