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Pensioni: Fondi pensione nel pubblico impiego: risoluzione approvata all'unanimità in commissione lavoro Senato

La risoluzione della Commissione Lavoro del Senato può rappresentare un importante scossone ad una situazione da mesi bloccata data l’indisponibilità del Tesoro a reperire le risorse necessarie sia per il passaggio dalla buonuscita al TFR e sia per la costituzione del fondo pensioni integrative

10/02/1998
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La risoluzione della Commissione Lavoro del Senato può rappresentare un importante scossone ad una situazione da mesi bloccata data l’indisponibilità del Tesoro a reperire le risorse necessarie sia per il passaggio dalla buonuscita al TFR e sia per la costituzione del fondo pensioni integrative. In realtà le risorse sul breve periodo non sono un problema vista la mole di crediti non riscossi per riscatti e ricongiunzioni e la disponibilità delle organizzazioni sindacali ad accettare che le quote a carico del Tesoro consistano in azioni delle aziende pubbliche in corso di privatizzazione e titoli di stato.

Testo del senato della Repubblica

La commissione Lavoro del Senato ha approvato oggi all’unanimità una risoluzione che prevede l’istituzione di forme pensionistiche complementari per il personale delle pubbliche amministrazioni. La risoluzione –sottoscritta dai senatori Giovanni Battafarano, Enrico Pelella, Vito Gruosso, Ornella Piloni, Gianfranco Tapparo e Michele De Luca della Sinistra Democratica; Antonio Duva del gruppo Misto e vice presidente della Commissione; Tino Bedin e Antonio Montagnino del Ppi; Natale Ripamonti dei Verdi; Doriano De Benedetto di R.I.; Tomaso Zanoletti del Cdu e vice presidente della Commissione; Giuseppe Mulas e Michele Bonatesta di An- invita il governo ad accelerare la trattativa con le organizzazioni sindacali per far decollare rapidamente la previdenza complementare nel pubblico impiego.
Com’è noto, il collegato alla Finanziaria (art.59 comma 56) prevede per i dipendenti pubblici la possibilità di trasformare l’indennità di fine servizio in trattamento di fine rapporto, stabilendo in tal caso che una quota della vigente aliquota contributiva pari all’1,5% venga destinata a previdenza complementare. La commissione invita il governo affinché -attraverso la trattativa con le organizzazioni sindacali- si passi rapidamente dalle attuali diverse indennità di fine servizio al trattamento di fine rapporto, realizzando la piena unificazione, anche per questo Istituto, tra settori pubblici e privati, e quindi abolendo ogni differenza di contribuzione e di prestazione.
La diffusione della previdenza complementare nei comparti pubblici, a partire dai lavoratori più giovani, potrà consentire l’integrazione dei trattamenti pensionistici obbligatori e sostenere, attraverso i nuovi fondi pensione, il processo di trasformazione democratica del sistema finanziario.
Roma, 10 febbraio 1998

Proposta dell’11° commissione permanente all’assemblea del Senato (ai sensi dell’art.50 comma 1 del Regolamento)

La Commissione,
visti gli articoli3, comma 2 e 8, comma 4, del decreto legislativo n. 124 del 1993 che prevede l’istituzione di forme pensionistiche complementari per il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni;
visto l’articolo2, commi 5, 6, 7 e 8 della legge n. 335 del 1995 che, in stretto rapporto con l’introduzione dei fondi pensione, prevede l’applicazione ai dipendenti pubblici, secondo modalità da definire in via contrattuale, della disciplina in materia di trattamento di fine rapporto prevista dal Codice Civile e dalle legge n. 297 del 1982;
rilevato come, per evidenti difficoltà di ordine finanziario, non sia stato sinora possibile applicare le predette leggi, con l’effetto di dare attuazione solo parziale al principio dell’unificazione dei trattamenti pensionistici e previdenziali che ispira le leggi n.335 del 1995 e n. 449 del 1997;
rilevato come, allo scopo di favorire l’attuazione per i dipendenti pubblici delle disposizioni in materia di previdenza complementare, l’articolo 59, comma 56 della legge n.449 del 1997 preveda per gli stessi la possibilità di richiedere la trasformazione delle indennità di fine servizio in trattamento di fine rapporto, stabilendo in tal caso che una quota della vigente aliquota contributiva pari all’1,5 per cento venga destinata a previdenza complementare;
ritenuta, alla luce di quanto sopra espresso, la necessità urgente di:
passare dalle attuali diverse indennità di fine servizio al trattamento di fine rapporto disciplinato dalla legge n. 297 del 1982, realizzando la piena unificazione, anche per questo istituto, tra settori pubblici e settori privati, e quindi abolendo ogni differenza di contribuzione e di prestazione;
favorire anche attraverso la riconversione delle vecchie aliquote contributive delle indennità di fine servizio, la diffusione della previdenza complementare nei comparti pubblici, a partire dai lavoratori più giovani e ciò sia al fine di consentirne l’integrazione dei trattamenti pensionistici obbligatori sia per sostenere, attraverso i nuovi fondi pensione, il processo di trasformazione democratica del sistema finanziario,

propone

all’Assemblea di impegnare il Governo ad adottare le misure necessarie per affrontare e risolvere con la maggior sollecitudine possibile, i problemi suindicati, nel senso prospettato dalla Commissione stessa,

BATTAFARANO, PELELLA, GRUOSSO, PILONI, TAPPARO, CONTAGNINO, BEDIN, DI BENEDETTO, MICHELE DE LUCA, RIPAMONTI, DUVA