Elezioni CSPI, si vota il 7 maggio 2024

Home » Attualità » Salute e sicurezza sul lavoro: partiamo dalla scuola

Salute e sicurezza sul lavoro: partiamo dalla scuola

28 aprile giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro.

28/04/2023
Decrease text size Increase  text size

Oggi il mondo del lavoro celebra la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Infortuni sul lavoro, malattie professionali provocano ogni giorno in tutto il mondo 6000 morti. Lo ricorda l’ILO che celebra questa giornata richiamando lavoratori, datori di lavoro enti e istituzioni pubbliche del mondo della salute e sicurezza sul lavoro alla necessità di creare una nuova cultura della sicurezza per prevenire infortuni e malattie professionali. In Italia, secondo i dati Inail, le denunce di infortunio sul lavoro tra gennaio e dicembre sono aumentate del 25,7% rispetto allo stesso periodo del 2021, pari a denunce 697.773, 1.090 delle quali con esito mortale (-10,7%). Anche le malattie professionali denunciate (60.774), segnano un aumento rilevante rispetto al 2021, pari al 9,9%. L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+37,3%), seguito da Isole (+33,2%), Nord-Ovest (+30,4%), Centro (+29,4%) e Nord-Est (+13,3%). Tra le regioni con i maggiori aumenti percentuali si segnalano principalmente la Campania (+68,9%), la Liguria (+49,0%) e il Lazio (+45,4%). L’aumento che emerge dal confronto di periodo tra il 2021 e il 2022 è legato sia alla componente femminile, che registra un +42,9% (da 200.557 a 286.522 denunce), sia a quella maschile, che presenta un +16,0% (da 354.679 a 411.251). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+27,0%), sia quelli extracomunitari (+20,8%) e comunitari (+15,8%). Dall’analisi per classi di età emergono incrementi generalizzati in tutte le fasce. Quasi la metà dei casi confluisce nella classe 40-59 anni. Cifre allarmanti che hanno condotto CGIL, CISL e Uil a sottoscrivere una Piattaforma unitaria sulla sicurezza con l’intenzione di intervenire su tre livelli:

  •  istituzioni e organismi nazionali a garanzia dell’uniformità degli interventi
  • contesti lavorativi per verificare le condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro promuovendo il ruolo della contrattazione integrativa
  • attori della prevenzione per rafforzare il ruolo degli RLS e delle altre figure centrali nella prevenzione.

Sul piano legislativo in materia di salute e sicurezza l’Italia è un paese avanzato “ma la legge occorre applicarla”, come ha ricordato più volte il segretario generale CGIL Maurizio Landini, non come mero adempimento ma nell’ottica della collaborazione e partecipazione attiva dei lavoratori, dei datori di lavoro, dei rappresentanti della sicurezza (RLS) all’interno di un sistema culturale e valoriale basato sul principio della partecipazione. Proprio su questo si focalizza la campagna dell’ILO, sulla necessità di creare una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro diffusa e consolidata. In questo quadro la formazione è la leva fondamentale per un reale cambiamento culturale che si può e si deve realizzare a partire dalle nuove generazioni all’interno della scuola. Quella stessa scuola che nei percorsi di PCTO ha sperimentato il lutto per la morte di tre giovani studenti, Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci, Giuliano De Seta. In questi mesi si è molto dibattuto sulla necessità di estendere la tutela assicurativa a tutti gli studenti e al personale della scuola. Auspichiamo che la proposta dell’INAIL si traduca, come annunciato dal ministro del lavoro, in un intervento normativo quale segno avanzato di affermazione di un diritto fondamentale ed espressione di un welfare pubblico in grado di realizzare reali tutele pubbliche. La FLC CGIL ha aperto anche al proprio interno uno spazio di condivisione culturale e sociale sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che abbraccia tutti i settori della conoscenza. Lo abbiamo fatto partendo dai luoghi di lavoro e dalle rappresentanze sindacali, gli RLS, figura centrale nel sistema prevenzionale aziendale, sancito dall’art. 50 del d.lgs. 81/2008 ma che nella realtà dei fatti non trova ancora quel pieno riconoscimento da parte degli altri soggetti della filiera prevenzionale. La scuola, con buona pace di chi intende curvare le sue finalità in scopi a indirizzo locale, regionale, a partire dalle proposte di Autonomia differenziata, rappresenta, per definizione, il luogo di formazione di valori condivisi per una comunità nazionale. Da più parti, si propone l’introduzione di una ulteriore disciplina: l’educazione alla sicurezza. Eppure, nel quadro ordinamentale della scuola italiana è già presente uno spazio specifico per affrontare il tema. Si tratta, purtroppo, di “uno spazio senza tempo”, che fuor di metafora si riferisce all’attività di Educazione civica, obbligatoria in tutti i gradi di scuola, senza che negli ordinamenti si individui un’ora dedicata. Secondo quanto previsto dalla legge 92 del 2019 l’insegnamento di Educazione civica è realizzato con almeno 33 ore all’anno per ogni anno di scuola, dall’infanzia al II grado. Quanto già esistente dovrebbe essere sostenuto dell’investimento in organico finalizzato. Adesso non sono necessari ulteriori integrazioni dell’ordinamento, sarebbe invece realizzabile un protocollo di intesa tra CGIL, CISL e UIL e il Ministero che preveda la realizzazione di un sussidio didattico, un libro di testo, che potrebbe essere scelto liberamente dai collegi dei docenti. Si potrebbe trattare di un testo che attraverso una serie di contenuti che consegnino priorità al “valore della vita umana” anche rispetto alla logica mercatistica del lavoro, sia utilizzata da supporto per i PCTO nella scuola secondaria, che auspichiamo diventino al più presto facoltativi. In una logica più ampia e in coerenza con l’elaborazione politico sindacale della FLC CGIL, infine, anche al fine di trasformare la visione mercatistica e neoliberista di un quadro politico dove prevalgono spinte conservatrici e regressive, consideriamo fondamentale il rapporto tra istruzione e formazione alla sicurezza sul lavoro e, più in generale, tra istruzione e formazione a una idea di lavoro giusto, rispettato, dignitoso, in cui chi lavora non è merce né capitale umano, ma è il cittadino protagonista della Repubblica fondata sul lavoro, voluta dai padri costituenti.