Cambiamo il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Home » Attualità » Sergio Neri, un’eredità fondamentale per la scuola dell’inclusione

Sergio Neri, un’eredità fondamentale per la scuola dell’inclusione

Dario Missaglia, Presidente di Proteo Fare Sapere Nazionale, ricorda Sergio Neri e la battaglia comune per i diritti dell’infanzia.

18/11/2020
Decrease text size Increase  text size

Ci sentimmo le ultime volte nel corso del 1999; Sergio era stato nominato, dal Ministro Berlinguer, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale per l’integrazione degli alunni con disabilità. Avvertivo la sua fatica e, confesso, mi fece molto male.

Sergio ci ha lasciato nell’autunno  del 2000; in quel periodo avremmo ancora una volta ricordato la battaglia comune per i diritti dell’infanzia.

La cultura dell’integrazione, quella realizzata in una forte alleanza tra scuola e territorio, era la sua passione. Quella passione l’aveva riversata sulla scuola dell’infanzia, sulla scuola elementare, in particolare, sul tempo pieno.

Coordinatore delle scuole comunali di Modena dal 1971 al 1987, Sergio puntava molto sulle buone politiche delle amministrazioni di sinistra e sull’investimento nella professionalità delle insegnanti. Nutriva anche qualche preoccupazione per le possibili derive corporative dei sindacati di categoria e per questo iniziammo ad incontrarci, ad ascoltarci, a discutere, con grande stima reciproca. Lui credeva molto nella espansione nazionale del modello comunale, io iniziavo a vederne i segni del declino e quindi a maturare il bisogno di fare della scuola di Stato l’investimento politico per il futuro della scuola dell’infanzia, cercando di valorizzare il meglio della profonda e significativa esperienza delle scuole comunali.

Sergio ci ha lasciato in eredità il suo impegno, le sue esperienze, il suo pensiero. La cultura sui diritti dell’infanzia, sulle politiche dell’integrazione, sulla professionalità e la responsabilità di chi insegna, resta più che mai attuale per proseguire nella difficile realizzazione di una forte politica dell’integrazione.

Oggi, in tempi di coronavirus, avrebbe ricordato a tutti che i più esposti alle conseguenze della pandemia, sul piano emotivo, cognitivo, relazionale, sono proprio loro: quelle bambine e quei bambini che attendono ancora la piena realizzazione dei loro diritti.

Dario Missaglia