Università: Assemblea Nazionale Unitaria online
Comunicato stampa unitario FLC CGIL, Cisl FSUR, Uil Scuola RUA, Snals Confsal e Gilda Unams
Roma, 9 dicembre - Lo stato di assoluta difficoltà in cui versa il Sistema Universitario Nazionale è ben noto a tutti. In oltre 15 anni di contrazione della spesa pubblica e mancati investimenti, l’Università italiana è stata privata di ingenti risorse sia finanziarie, per i tagli al Fondo di Funzionamento Ordinario, che umane, conseguenti al blocco del turn over e alla riduzione degli organici, spesso solo parzialmente contenuta con rapporti flessibili che hanno reso l’Università ancora più precaria.
Nel contesto europeo l’Italia è all’ultimo posto come finanziamento statale dell’Università; al penultimo posto per numero di giovani laureati e ha un terzo dei ricercatori della Germania e metà di quelli di Francia e Inghilterra, peraltro in parte in un ruolo ad esaurimento e in parte precari.
Il sistema universitario italiano solo negli ultimi 10 anni ha visto una costante diminuzione del personale docente (circa il 15%) e ancora maggiore risulta essere il taglio subito dal personale tecnico e amministrativo, passato da 70.000 a 45.000 unità, nonostante un incremento notevole dei servizi, delle competenze e degli adempimenti richiesti agli Atenei.
A questo stato di cose si è aggiunto l’estremo cannibalismo generato dalla Legge di Riforma n. 240 che dal 2010 ha ampliato il gap esistente tra gli Atenei, immessi in una logica competitiva interna per l’accaparramento di risorse storiche trasformate progressivamente in risorse premiali.
Ciò ha, conseguentemente, condotto Atenei più ricchi a diventare sempre più ricchi e a chiedere una maggiore autonomia, in una logica di estremo egoismo mascherata da “autonomia differenziata”. Un’autonomia ulteriormente potenziata di recente dall’attuale Ministro dell’Università e della Ricerca, attraverso le norme contenute in un decreto legge che rischia nei prossimi tempi di accentuare ancora di più l’enorme gap esistente tra gli Atenei, minando ulteriormente l’unità del Sistema Universitario Nazionale.Una mini riforma introdotta dal Governo nel silenzio distratto dell’estate e su cui nemmeno il Parlamento ha potuto dire la sua !!!
Questo stato di cose incide in primo luogo sugli studenti e sulle loro famiglie, costretti a pagare tasse più elevate e ad avere minori servizi, con la conseguenza che chi se lo può permettere, abbandona il proprio territorio favorendo Atenei che possono garantire maggiori opportunità. Così si spiega l’eccessiva mobilità studentesca degli ultimi anni che sta incidendo significativamente sullo sviluppo economico e sociale dei territori.
L'Italia è agli ultimi posti tra i Paesi Europei anche come finanziamento alla ricerca scientifica e questo danneggia l'intero Paese e le sue possibilità di sviluppo economico.
Sul versante del risorse umane (professori, ricercatori, personale tecnico, scientifico-tecnologico, sanitario, amministrativo, bibliotecario, ausiliario, lettori e collaboratori linguistici), malgrado le promesse del Ministro, non è stato possibile riscontrare nella bozza della legge di bilancio 2021, risposte sufficienti a risolvere alcuni atavici problemi che spingono il settore universitario ad essere meno attrattivo di altri, a partire dalla sperequazione retributiva del personale, per superare la quale occorre uno specifico investimento, unitamente al superamento degli attuali limiti che impongono la riduzione dei fondi del salario accessorio.
Le criticità del settore universitario sono, quindi, tante ed alcune oramai divenute veramente croniche e costituiscono tutte insieme, le motivazioni alla base dello stato di agitazione del personale proclamato lo scorso 10 novembre dalle scriventi OO.SS. .
La pandemia Covid-19, non ha fatto altro che far emergere alcune di esse nella loro assoluta evidenza, come ad esempio l’abbandono in cui versano le Facoltà di Medicina che formano il personale medico e sanitario da impiegare nella Sanità pubblica e privata per garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani. Se oggi non ci sono sufficienti medici e personale delle professioni sanitarie è perché tutta la politica sull’attività formativa in campo sanitario è stata un fallimento. A partire dall’attuazione del DLgs n.517/99. Occorre una netta inversione di tendenza riqualificando e rifinanziando la Sanità Universitaria che non può essere lasciata al continuo ricatto delle Regioni.
Si confidava che l’istituzione del Ministero dell’Università e della Ricerca nel febbraio scorso, avesse potuto favorire lo sviluppo di politiche per il settore universitario, ma nessuna delle tematiche affrontate nei tavoli politici e tecnici con il Ministro e con il Ministero, ha trovato soluzione nell’approvanda Legge di Bilancio 2021, in particolare:
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un incremento congruo del FFO con la revisione delle regole di distribuzione delle risorse tra i vari Atenei in un’ottica perequativa.
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la valorizzazione del personale attraverso lo stanziamento di apposite risorse per la revisione dell’ordinamento professionale e la progressione economica;
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l’eliminazione del limite al salario accessorio, impegno peraltro già assunto dal Presidente del Consiglio nell’accordo del 24 aprile 2019;
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un intervento normativo che riaffermi la peculiarità della Sanità Universitaria ed il ruolo fondamentale delle Aziende Ospedaliere-Universitarie e del personale ivi operante nell’ambito della formazione sanitaria delle Università, dando anche corso agli impegni assunti dai Ministri dell’Università e della Ricerca e della Sanità nell’ambito del protocollo sottoscritto lo scorso 23 aprile 2020;
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la stabilizzazione dei lavoratori precari;
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un incremento significativo dei fondi per il diritto allo studio.
Per questo abbiamo chiesto un incontro politico al Ministro, fissato per il prossimo 9 dicembre, per ribadire le nostre richieste e le nostre proposte ma soprattutto per ascoltare le risposte che attendono le lavoratrici e i lavoratori delle Università e delle Aziende Ospedaliere Universitarie e che comunicheremo il giorno 10 dicembre, dalle ore 11 nell’Assemblea Nazionale Unitaria in streaming convocata da tutte le scriventi OO.SS. .
Auspichiamo che dall’incontro con il Ministro Manfredi possano giungere finalmente le risposte che le lavoratrici e i lavoratori attendono da lungo tempo e che possa iniziare un periodo di forte investimento in un settore strategico per il futuro del nostro Paese.
In caso contrario, nel corso della Assemblea Nazionale Unitaria, valuteremo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori le iniziative di mobilitazione da assumere senza escludere nessuna soluzione. Investire sulla conoscenza significa investire prima di tutto sulle persone, sulla cultura, sui percorsi formativi, sulla ricerca, perché il capitale umano è elemento fondamentale per produrre benessere collettivo e sviluppo sociale ed economico.
Per questo motivo le scriventi OO.SS. hanno deciso di promuovere il 10 dicembre alle ore 11,00 l’Assemblea Nazionale Unitaria dei lavoratori delle Università. Vogliamo dirlo con forza e lo faremo insieme: É ora di dire basta a una politica miope e ipocrita che ha tradito l’Università.
L’Assemblea Nazionale Unitaria potrà essere seguita su YouTube collegandosi al seguente link: https://youtu.be/bZEmkf3Bx7EIn considerazione delle tematiche di peculiare interesse per il settore si raccomanda alle lavoratrici e ai lavoratori di garantire la massima partecipazione possibile.