A Reggio Calabria si fa una università privata dentro ad un cinema. Il Ministro la riconosce sulla fiducia. Uno schiaffo alla dignità dell’università italiana
La FLC Cgil sull'inaugurazione di una università privata e le scelte di privatizzazione del Governo
Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil
Quanto accaduto con l’inaugurazione di una università privata, a Reggio Calabria, che prende il nome dell’industriale che l’ha “fondata”, che ha sede in un cinema e che non ha ancora aperto i battenti, oltre che un atto di autentica cafoneria nei confronti dell’intero mondo universitario, perché comunque la si giri la dice lunga sul giudizio negativo di questo Governo sull’università pubblica, è indicativo di alcuni fatti.
Tutto ciò che è pubblico deve essere ridimensionato.
Infatti, il Governo solo nel 2004 ha autorizzato l’istituzione di ulteriori cinque università private, i finanziamenti erogati per la privata nel 2005 sono superiori del 12,9 % rispetto a quelli del 2002 e, in un recente provvedimento legislativo, è stato introdotto un ulteriore incremento del 7% di tali somme (aumento sottratto al fondo di finanziamento ordinario delle università pubbliche).
La trasformazione dell’università in una industria è sostenuta da riconoscimenti di tutti i tipi per cui non è necessario avere autorevolezza scientifica ma è sufficiente avere un qualche euro (gli altri li metterà, compiacente e solidale, il Ministero) per vedersi riconosciuta una università.
Condanniamo questa scelta di privatizzazione contro la quale continueremo a batterci con grande determinazione.
Esprimiamo piena solidarietà al Rettore dell’Università degli Studi di Reggio Calabria, prof. Alessandro Bianchi, che con le sue dimissioni ha voluto denunciare con dignità e coerenza un autentico scandalo.
Invitiamo la CRUI a convocare un’assemblea straordinaria, in forma aperta, perché contro un atto di questa gravità occorre che tutti i soggetti responsabili siamo chiamati a condividere posizioni di condanna e di denuncia.
Siamo impegnati a definire iniziative di mobilitazione unitaria e di denuncia sul territorio e a livello nazionale.
Roma, 2 aprile 2005