Approvazione DL 104, Pantaleo: prima inversione di tendenza ma non basta
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
L’approvazione del decreto 104 recante “misure in materia di istruzione, università e ricerca” è positivo perché tenta di invertire la tendenza degli ultimi anni al disinvestimento nei comparti della conoscenza in particolare nella scuola, ma è del tutto insufficiente in termini di risorse impegnate. Sono particolarmente apprezzabili gli interventi su:
- stabilizzazione degli insegnanti di sostegno
- un nuovo piano pluriennale d’immissione in ruolo per i precari della scuola
- le nuove norme sul reclutamento dei dirigenti scolastici
- la parziale soluzione per modificare l’incivile norma sui docenti inidonei
- gli interventi sull’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (Afam)
- i primi elementi d’implementazione di alternanza scuola-lavoro
- la definizione con le Regioni dei criteri per il dimensionamento scolastico
- la proroga dei contratti a tempo determinato per gli INGV e la previsione di 200 assunzioni.
Le tante iniziative di lotta promosse in questi anni dalla FLC e dalla CGIL sono state determinanti per raggiungere questi primi risultati. Riteniamo però inaccettabili le ulteriori incursioni legislative sulla contrattazione in tema di contrasto alla dispersione scolastica e i meccanismi premiali per la ricerca senza stanziamenti di risorse aggiuntive. Dopo i tagli epocali fatti prima dal Governo Berlusconi e poi da quello Monti, ci attendevamo qualcosa di più. Ai comparti della conoscenza serve un piano pluriennale di investimenti su università, scuola e ricerca e Afam per:
- garantire il diritto allo studio
- dare stabilità agli organici
- superare la precarietà
- potenziare l’offerta formativa nel Mezzogiorno
- migliorare e qualificare le infrastrutture
- promuovere un piano di formazione dei docenti e di tutto il personale.
Incomprensibile invece risulta la mancata estensione a tutti gli enti di ricerca della proroga dei contratti a termine come è stato fatto per l’INGV e un vero piano di stabilizzazione dei precari. Al contrario il disastroso decreto sulla pubblica amministrazione (D.L.101/2013) rischia di provocare centinaia di licenziamenti. Inoltre, i recenti provvedimenti del Miur sull’università a partire dai punti organico stanno provocando conseguenze negative sul reclutamento e sull’offerta formativa. Al fine l’impressione è quella di un provvedimento una tantum e non di un cambio strategico nel considerare la conoscenza un investimento per il futuro del Paese.
Per queste ragioni la mobilitazione unitaria continuerà e si intensificherà nei prossimi giorni a cominciare dalla richiesta di soluzioni credibili per i precari della ricerca, per il rinnovo dei contratti nazionali e il pagamento degli scatti di anzianità.