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Bilancio di tre giorni di annunci sulla scuola: si prefigura una scuola “minima”, timorosa del computer, rassicurata dal continuare a fare le tabelline

Comunicato stampa di Enrico Panini, Segretario generale della FLC Cgil

06/09/2007
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Dopo tre giorni di informazioni tutte dedicate ai temi della scuola e dell’inizio dell’anno scolastico guardiamo alla sostanza delle strategie delineate dal Ministro Fioroni e dal Governo per l’anno che ci attende.

Due i dati che emergono.

Il primo, siamo di fronte ad un insieme disorganico di notizie e di decisioni, spesso di segno contrastante.
Si ripristina il tempo pieno ma si tagliano gli organici; si dichiara di voler affrontare il nodo dei debiti formativi ma si espropria la scuola dall’intervento; si parla di rigore ma si introducono provvedimenti aperti all’arbitrio in materia disciplinare per i docenti; si introduce l’obbligo di istruzione a 16 anni ma per ben nove mesi non si dice niente a nessuno, primi fra tutti i docenti e le famiglie.

Il secondo, si delinea il profilo di una scuola “minima”, sotto tutela.
Si rilanciano le iniziative per recuperare i debiti formativi ma affidando a soggetti esterni lo svolgimento dei corsi di recupero da svolgersi in agosto; si sostiene l’apertura pomeridiana delle scuole ma con un affidamento a soggetti esterni; si sottolinea la necessità di rendere moderna la scuola poi si auspica il ritorno alle tabelline (dimenticando che esse sono già insegnate a scuola).

Siamo di fronte ad una overdose di annunci e ciò non va bene.
Il Governo ha sottoscritto una Intesa sulla conoscenza con le Confederazioni il 27 giugno: dia corso a quegli interventi, organici, coerenti e meditati ed indichi con chiarezza gli impegni che intende assumere in Legge Finanziaria per il 2008.

Risalta, in tutto questo parlare, il silenzio di questi tre giorni sull’importanza di chi lavora nella scuola, su un rinnovo contrattuale che continua ad essere lontano, su una formazione in servizio ridotta ad una larva per i continui tagli di risorse, su retribuzioni che non rappresentano il carico di impegno professionale messo in campo sul personale della scuola, su una precarietà che continua ad aumentare.
In realtà le uniche parole dedicate agli insegnanti sono di una pesantezza tale da non trovare precedenti neanche nella gestione del Ministro Moratti.

Roma, 6 settembre 2007