Decreto sicurezza: la conoscenza della lingua italiana non diventi barriera invalicabile per l’acquisizione della cittadinanza, va rafforzato il sistema statale dell’istruzione degli adulti
Comunicato stampa della Federazione lavoratori della Conoscenza CGIL
04/12/2018
Roma, 4 dicembre - “Il decreto sicurezza è una pessima legge con profili di incostituzionalità - si legge in una nota della FLC CGIL - e sta facendo tristemente tornare alla ribalta quel razzismo istituzionale che alimenta una deriva xenofoba senza precedenti nel nostro Paese”.
“L’articolo 14 del decreto – continua la nota - così come approvato dalla Camera lo scorso 28 novembre, tratta di acquisizione e revoca della cittadinanza. In particolare, introduce una norma che subordina l’acquisizione della cittadinanza italiana per matrimonio e per concessione di legge, al possesso da parte dell’interessato di un’adeguata conoscenza della lingua italiana, non inferiore al livello B1 del Quadro Comune Europeo di Rifermento per le Lingue (QCER). Per dimostrare tale conoscenza i richiedenti, all’atto di presentazione dell’istanza, sono tenuti ad attestare il possesso di un titolo di studio rilasciato da una scuola statale o paritaria o da una scuola italiana all’estero riconosciuta dal Ministero degli Esteri oppure a produrre una certificazione rilasciata da un ente certificatore (Società Dante Alighieri, Università per Stranieri di Perugia, Università per Stranieri di Siena e Università degli Studi Roma Tre), previo superamento di un apposito esame. Da queste attestazioni sono esclusi coloro che hanno sottoscritto l’Accordo di integrazione in materia di immigrazione previsto da norme del 2011. Con la sottoscrizione dell'Accordo infatti, lo straniero si impegna ad acquisire una conoscenza della lingua italiana parlata a livello A2, un livello dunque più basso di quello richiesto dall'attuale decreto".
"Appare evidente il rischio di utilizzare l’elevamento dei livelli di conoscenza della lingua italiana a strumento di emarginazione ed esclusione dello straniero. Per combattere questa deriva – conclude la nota del sindacato - lanciamo la sfida al governo e in particolare al MIUR, per un reale rafforzamento del sistema statale dell’istruzione degli adulti che rilascia i titoli di studio richiesti dalla legge stessa, quale antidoto per affrontare e superare le paure alimentate dall’incomprensione e dall’ostilità nei confronti di chi emigra nel nostro Paese. In questo contesto la FLC CGIL non mancherà di dare il proprio contributo di idee e proposte".
"Appare evidente il rischio di utilizzare l’elevamento dei livelli di conoscenza della lingua italiana a strumento di emarginazione ed esclusione dello straniero. Per combattere questa deriva – conclude la nota del sindacato - lanciamo la sfida al governo e in particolare al MIUR, per un reale rafforzamento del sistema statale dell’istruzione degli adulti che rilascia i titoli di studio richiesti dalla legge stessa, quale antidoto per affrontare e superare le paure alimentate dall’incomprensione e dall’ostilità nei confronti di chi emigra nel nostro Paese. In questo contesto la FLC CGIL non mancherà di dare il proprio contributo di idee e proposte".