Il Consiglio dei Ministri approva l'ennesimo saccheggio della scuola pubblica
Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
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I regolamenti della scuola secondaria superiore, approvati oggi dal Consiglio dei Ministri, confermano la volontà del Governo a falcidiare la scuola pubblica con tagli pesantissimi che aumentano le criticità.
Da anni la FLC rivendica una efficace riforma della scuola secondaria superiore per sintonizzarla con i cambiamenti che attraversano la società.
Ma ciò che il Governo ha approvato non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal Ministro Tremonti. Il confronto con le organizzazioni sindacali è stato ancora una volta ininfluente rispetto alle scelte finali nonostante le proposte avanzate nei tavoli tecnici e sistematicamente ignorate.
La professionalità del personale ne esce svilita e vilipesa, tantissimi insegnanti e Ata saranno dichiarati in soprannumero, ci saranno ulteriori licenziamenti di precari.
La decisione di ridurre l’orario anche nella classi successive alla prima nei soli istituti tecnici e professionali, accentua la separatezza tra i diversi segmenti, producendo nei fatti una divisione sociale grave ed inaccettabile tra i giovani sulla base del censo e delle condizioni sociali e culturali di partenza.
La scuola torna ad essere, quindi, luogo della separazione sociale, violando i principi e i valori della nostra Costituzione.
Non ci rassegniamo alla regressione democratica, oltre che sociale e culturale, ed invitiamo tutti coloro che credono nei valori fondanti della nostra Repubblica ad una forte e decisa risposta unitaria contro una idea di società basata sull’ignoranza e l’esclusione.
Il 17 febbraio ci sarà una grande Assemblea Nazionale della scuola secondaria superiore, aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche per decidere tutte le opportune iniziative di mobilitazione.
Lo sciopero generale del 12 marzo, proclamato dalla CGIL, sarà una ulteriore occasione per ribadire le ragioni della nostra netta opposizione alla distruzione della scuola pubblica.
Roma, 4 febbraio 2010