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il Fatto Quotidiano: A Palermo una scuola rifiuta 400 iscrizioni

Secondo la preside dell'alberghiero di Brancaccio non ci sarebbe personale sufficiente

23/06/2010
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di Alessio Gervasi

"Lasciate i fanciulli senza guida, ne farete dei tiranni". Malgrado un indirizzo tutt'altro che filosofico, Platone stato preso alla lettera all'istituto alberghiero di Brancaccio, che ha rifiutato l'iscrizione di circa 400 alunni. Tutti ragazzi lasciati liberi, totalmente liberi, di costruirsi il proprio destino. Destino che purtroppo, però, partendo da un quartiere come quello alla periferia sud est di Palermo, che ha segnato negli anni il destino di molti, di troppi, nella maggior parte dei casi appare scontato e senza alternative tranne la strada, colle occasioni che quello che un tempo era definito il quadrilatero della morte può offrire: la legge del più forte, danaro per uscire dal ghetto, mafia.

Così, la falce della morte della scuola maestra di vita impugnata dal duo Tremonti & Gelmini estirpa pure il più piccolo seme di speranza. Perché le conseguenze della famigerata legge 133, causa di tanti sfracelli sia nel presente che nel futuro del Belpaese, in un contesto sociale difficile e ad alto rischio di dispersione scolastica come Brancaccio ma non solo, rischia di essere devastante. Poi, la cecità che la memoria di Saramago ci tramanda, da parte di quei dirigenti scolastici che corrono sul filo della 133, fa il resto.

La professoressa Maria Frisella, per esempio, preside della scuola in questione, l'alberghiero Ipssar P. Piazza di Brancaccio a Palermo, che si è presa la grande responsabilità di rifiutare l'iscrizione al primo anno di corso per 400 alunni di cui almeno una quindicina disabili, come denuncia la FLC Cgil per bocca del segretario provinciale Calogero Guzzetta. "Intanto non vi è nessun automatismo che il rifiuto delle iscrizioni all'Ipssar produca la scelta di iscriversi in un'altra scuola - dichiara Guzzetta - senza contare che nella migliore delle ipotesi si costringono gli studenti a cambiare indirizzo di studi e, di conseguenza, progetto di vita; ma è certamente più probabile che situazioni così "difficili" sfuggano di mano aumentando la dispersione scolastica. In più c'è il danno della perdita dei posti di lavoro, causato dal rifiuto delle iscrizioni della preside, con il passaggio dalle attuali 99 classi alle 82 del prossimo anno che comporterebbe un surplus di 40 docenti e di almeno 10 assistenti amministrativi, in aggiunta naturalmente ai tagli previsti dalla legge 133". Già. Perché la preside avrebbe rifiutato le iscrizioni in quanto nella scuola non vi sarebbe un organico di collaboratori scolastici e di assistenti amministrativi sufficiente a garantire un servizio di qualità. Insomma, è il cane che si morde la coda. "Ma il dirigente scolastico forse non sa - incalza Calogero Guzzetta - che il personale viene assegnato in relazione al numero degli alunni e che con oltre 400 iscritti in meno diminuiranno ulteriormente - anche per via dei tagli dovuti alla legge Tremonti-Gelmini - sia i collaboratori scolastici che gli assistenti amministrativi". Replica alle accuse, sia pur parzialmente, la preside Maria Frisella: "Non ci facciamo la guerra fra poveri. Quando si guarda a una Istituzione si deve guardare a 360 gradi, ché se affrontiamo il discorso filosoficamente un po' di torto ci può anche essere. Ma noi dobbiamo rispondere a 3 imprescindibili requisiti: salute, igiene e sicurezza alle quali la stessa Cgil richiama. E così non ci sono le condizioni. Ricordiamoci che i tagli su base triennale sono partiti Finanziaria 2008, aggravati adesso dalla 133 e siamo nell'ordine del 17 per cento tout court. E guardi, io ho più volte scritto alla direzione scolastica regionale che ha pur sempre a disposizione un 3 per cento da usare discrezionalmente, magari in casi come questo...". Ma la Cgil già denunciato l'accaduto al direttore regionale dell'ufficio scolastico regionale chiedendo "provvedimenti tempestivi al fine di ripristinare la legalità e il diritto alla scelta da parte delle famiglie degli alunni, anche al fine di rimuovere dall'incarico il dirigente scolastico, unico responsabile di questa grave e incresciosa situazione".

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