Liberazione:Scuola Un'idea: aumentiamo le detrazioni per le spese d'istruzione
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Caro direttore, prima dell'inizio dell'anno scolastico, diverse scuole superiori di otto città campione riceveranno la visita della Guardia di Finanza: obiettivo relazionare all'Antitrust su eventuali rincari ingiustificati dei prezzi dei libri di testo nell'arco degli ultimi tre anni. Infatti, a differenza delle scuole medie, dove un decreto impone una spesa massima di 280 euro (con un'oscillazione del 10%), nei licei e negli istituti tecnici il tetto è stato rimosso, nell'anno scolastico 2004/2005, dall'allora ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, che così facendo ha di fatto affidato la discrezionalità della spesa agli insegnanti che scelgono i testi. Una responsabilità non da poco, visto che incide pesantemente sulle tasche di genitori, che devono moltiplicare i costi dei libri di testo da acquistare per il numero dei figli che vanno a scuola. Se tali spese, nell'immaginario e nella disponibilità economica di un ex ministro moglie di un petroliere, hanno un'incidenza irrilevante nella gestione di un budget familiare, lontano dall'agio dei petrodollari ovvero nel Paese reale, far frequentare ai figli il liceo o la ragioneria, se non è proprio roba da ricchi, di certo comporta sacrifici e rinunce per le famiglie di operai ed impiegati. Il buon Fioroni, attuale ministro della Pubblica istruzione, rivolgendo la sua attenzione "anche" alla scuola pubblica, ha annunciato per il prossimo anno la reintroduzione del calmiere per la spesa dei testi scolastici delle superiori: meglio tardi che mai, visto che con un po' di buona volontà la misura poteva entrare in vigore già da questo anno ! Ora, al di là dei vari stanziamenti regionali adottati per alleviare il problema del caro scuola, che colpisce i ceti economicamente più deboli e quindi più esposti al rischio della dispersione scolastica, sarebbe auspicabile l'introduzione di misure di sostegno alle spese di istruzione, che possibilmente non siano bonus per la frequenza delle scuole private. Se siamo unanimemente d'accordo che la cultura è un investimento e una risorsa dell'intera collettività, promuoviamo l'inserimento, nell'ordinamento fiscale, della detrazione delle spese d'acquisto dei libri scolastici ed universitari: limitatamente a determinate fasce di reddito e con una percentuale di detrazione del 41%, pari a quella già prevista per le spese di ristrutturazione dei fabbricati. E osando, estendiamo la proposta di portare al 41% anche la detraibilità delle tasse scolastiche e universitarie, oggi ferme ad uno striminzito 19%, che penalizza, anche in termini di percentuali di risparmio, la dignità dell'istruzione.
Giovanni Renella Napoli