Non condividiamo le dichiarazioni del Presidente dell'Aran sui rinnovi contrattuali
Comunicato stampa di Enrico Panini
COMUNICATO STAMPA DI ENRICO PANINI
A ogni rinnovo contrattuale si ripete la litania di quanti attribuiscono ai pubblici dipendenti e alle loro pretese economiche i supposti disastri delle casse dello Stato.
E il tormentone si è puntualmente riproposto. Ma questa volta, e francamente in modo inopportuno, i lài provengono dal presidente dell’Aran, Carlo Dell’Aringa (su "Il Sole 24 ore" del 5 aprile), che è preoccupato dei costi del contratto scuola, il cui primo biennio economico è scaduto alla fine del 1999.
L’Agenzia negoziale invece di sollecitare dal Governo e dal Ministro l’Atto di indirizzo per aprire, come suo dovere di parte contraente, le trattative presenta una serie di preoccupazioni che non le competono su presunte spinte salariali degli insegnanti.
Ma non solo. L’Aran scopre solo ora che il contratto scuola, che ha firmato, prevede per i presidi e direttori, che la Legge ha equiparato ai dirigenti statali, un’area contrattuale apposita per cui i sindacati confederali sono pronti da tempo ad avviare il negoziato.
Dell’Aringa non ci sta e dice che le risorse non ci sono. Però ai dirigenti scolastici da tempo sono state attribuite nuove e più pesanti responsabilità.
Evidentemente si vogliono fare le nozze con i fichi secchi.
Infine il personale Ata.
Chi paga il salario accessorio al personale - si chiede Dell’Aringa - che è passato dagli Enti Locali allo Stato?
Non è chiaro a chi formuli tale quesito il presidente dell’Aran.
Noi pensiamo che il nostro paese abbia diritto a una scuola di qualità, e sappiamo che la qualità della scuola è fatta in larghissima misura dalla motivazione, dall’impegno e dalla competenza del personale. Le vicende della scuola di questi ultimi anni lo stanno ampiamente dimostrando.
Allora il dovere del Governo e della sua Agenzia negoziale è prima di tutto quello di rispettare i patti e i contratti che assumono con questo personale.
E, sull'inflazione, di riconoscere tempestivamente gli scostamenti.
Roma, 5 aprile 2000