Obbligo scolastico: il Governo se ne lava le mani
Comunicato stampa di Enrico Panini
Comunicato stampa di Enrico Panini
Lo schema di decreto legislativo sul diritto dovere approvato dal Consiglio dei Ministri di questa mattina è inaccettabile perché cancella una grande conquista democratica come l’obbligo scolastico, sostituendolo con il diritto dovere.
Il provvedimento è palesemente incostituzionale.
Il Governo spaccia come obbligo il dovere civico di ognuno a partecipare alla vita politica ed economica, mai sanzionato nella storia del nostro paese. Così si scarica il dovere della Repubblica di garantire il diritto ad una istruzione qualificata per tutti sui genitori, sui quali, comelo stesso Ministro dichiara, ricadrà il dovere di garantire l’istruzione dei propri figli.
Il diritto all’istruzione diventa un fatto individuale, che eserciterà solo chi è in grado di valutarne la rilevanza per sé e per i propri figli. Il Governo se ne lava le mani!
Il diritto dovere che porta l’istruzione a 12 anni non è che una propaganda bugiarda che cerca di nascondere con un numero magico la gravità della scelta compiuta dal Governo.
E come se non bastasse azzerare l’obbligo scolastico, far scegliere a 13 anni di età fra due sistemi profondamente diversi come durata, impostazione culturale, finalità (sistema dei licei e istruzione professionale), con lo schema di decreto legislativo sull’alternanza scuola lavoro siamo ad un ulteriore percorso, che si affianca agli altri due.
Nulla si dice su quante ore vanno dedicate alla formazione e quante al lavoro, nulla si chiede alle aziende, alle quali anzi già in alcune regioni le istituzioni scolastiche erogano finanziamenti per far ospitare i propri ragazzi. Il sindacato non è fra i soggetti da coinvolgere; si torna a parlare di tutor, in assenza di qualunque confronto sindacale.
Con questi due decreti sulla scuola secondaria, di cui peraltro continuiamo a non conoscere l’assetto, il Governo mostra la sua vera intenzione: meno scuola, meno diritti, meno sapere per tutti.
Ma stia tranquillo il Governo: lo sciopero di oggi non è che un altro appuntamento riuscito nella battaglia contro i suoi provvedimenti. Le centinaia di migliaia di insegnanti e di lavoratori della scuola che sono scesi in piazza in questi mesi contro le sue proposte, insieme ai genitori e agli studenti, cresceranno.
Perché per il nostro Paese ci vuole una scuola che accolga tutti, che garantisca a tutti pari opportunità e pari diritti, esattamente il contrario di quello che il Governo sta realizzando contro la scuola pubblica.
Roma, 21 maggio 2004