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Presidente dell’ISTAT, svolta del Ministero della Funzione Pubblica nel segno della trasparenza

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

24/03/2014
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Dopo le dimissioni di Enrico Giovannini nominato Ministro del precedente governo e dopo che Pier Carlo Padoan è a sua volta entrato nell’attuale compagine governativa appena prima della nomina ufficiale a nuovo Presidente dell’ISTAT, l’ente ha nuovamente bisogno che sia ripristinata una situazione di normalità attraverso una guida adeguata ai compiti istituzionali da assolvere.

Registriamo con soddisfazione l’iniziativa annunciata oggi dal ministero della funzione pubblica, che da lunedì 24 marzo raccoglierà le candidature per il nuovo presidente attraverso il sito istituzionale.

L’avvio di questa procedura segna un cambio di passo rispetto alle fasi che hanno segnato negli scorsi mesi le decisioni sui vertici dell’ente. Avevamo infatti espresso le nostre perplessità quando, lo scorso ottobre, una sorta di “emendamento Padoan” aveva aggiunto ai requisiti previsti dalla legge un elemento ritagliato appositamente per aumentare le chances per la candidatura dell’attuale Ministro dell’Economia.

Questo atto positivo del nuovo esecutivo ha inoltre il merito di mettere fine agli scenari che andavano profilandosi nelle ultime settimane, che configuravano l’impossibile “rientro” dell’ex Presidente dell’ISTAT ed ex Ministro Giovannini attraverso una modifica delle norme esistenti in materia di conflitto di interesse, che vietano - ricordiamo - ad un ex ministro di assumere qualsiasi incarico pubblico per almeno un anno dal termine della carica di governo. Ancora una volta un inammissibile intervento ad personam.

Auspichiamo quindi che la procedura di candidature che si avvia oggi sia gestita nel modo più trasparente possibile e che si proceda quindi alla discussione parlamentare per giungere rapidamente ad una vera, nuova nomina al vertice dell’Istituto.

Permane in ogni caso altro il rischio che fino alla nuova nomina del presidente, perduri l’attuale stato di blocco delle attività che attraversa l’Istituto nazionale di statistica. Resta integra infatti la necessità urgente e immediata di mettere l’Istat in condizione di funzionare al meglio, per far fronte ai più urgenti impegni istituzionali tra i quali spicca l’avvio del censimento permanente, sul cui percorso sta ricadendo un grave rallentamento, frutto della lunga fase di transizione ai vertici dell’Ente e della concomitante assenza della figura del Direttore Generale e del responsabile del Censimento.

Cogliamo l’occasione per un chiarimento. In alcuni articoli di giornale si è letto nei giorni scorsi a proposito di spending review che l’ISTAT sarebbe tra gli enti con personale in “esubero”. Come è noto l’Istituto di statistica, come del resto la maggior parte degli enti di ricerca, è esattamente nella situazione contraria cioè pesantemente sotto organico. Peraltro ad aggravare la carenza strutturale di personale c’è l’instabilità della parte di organico composta da personale precario impiegato su attività di ricerca fondamentali quale ad esempio il censimento permanente. Dunque il problema per l’ISTAT non è certo contabilizzare esuberi inesistenti quanto piuttosto programmare un piano straordinario di immissione in ruolo dei precari e di ulteriori nuove assunzioni.