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Scuola secondaria: raffica di decreti preelettorali

Il ministro Moratti promuove una sperimentazione nazionale della riforma già dal 2006

30/01/2006
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Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

Il Ministro Moratti, che ama soprattutto in questi giorni di campagna elettorale a Milano dipingersi come un tecnico, conclude il suo mandato governativo con una decisione, come quella di promuovere dal 2006 una sperimentazione nazionale di una riforma rinviata per legge (!) al 2007, nella quale si riscontrano solo motivazioni politiche.

E’ un atto irresponsabile anticipare al 2006 una riforma decisamente incompleta, in evidente contrasto con norme di legge ed in spregio delle intese raggiunte con le regioni, con vastissime zone d’ombra e di incertezza a detta degli stessi ambienti ministeriali, senza formazione degli insegnanti, ad iscrizioni già concluse e senza risorse.

Una autentica provocazione lanciata da chi ha deciso di giocare anche in queste ultime ore allo sfascio della scuola pubblica (scelta che non pone certo problemi di coscienza a chi ha curato sempre e solo gli interessi della scuola privata).

La scuola diventa così, in questo scampolo di legislatura, esclusivamente terreno per manovre preelettorali.

Indigna che ormai neanche il rispetto di un impegno formalmente assunto con le Regioni e con le scuole costituisca per un rappresentante dello Stato un valore condiviso e che con indifferenza si possa arrivare allo scontro con le scuole e con le altre istituzioni della Repubblica.

Che poi i testi ufficiali, come è già accaduto in decine di occasioni, non siano ancora disponibili è solo un esempio della considerazione nella quale si tengono il Paese, l’informazione, le persone.

Il Parlamento deve aprire una indagine per capire gli effetti drammatici prodotti da questi comportamenti sulle scelte di migliaia di famiglie, se è vero, come è vero, che è in corso un esodo biblico di iscrizioni dai professionali e dai tecnici ai licei, perché nessuno vuol andare in scuole che il Governo considera di infima serie.

I costi sociali, umani, e della democrazia non possono essere scaricati sugli studenti.

Stanno in capo al Ministro.

Il Parlamento ne accerti le responsabilità.

Roma, 30 gennaio 2006