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Sì all'educazione ambientale come materia scolastica obbligatoria. Ma occorrono più risorse

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

15/01/2015
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È sicuramente una decisione positiva e innovativa che l’educazione ambientale diventi materia obbligatoria dal prossimo anno scolastico. Per affermare un nuovo modello di sviluppo sostenibile è necessario che anche la scuola sia meno nozionistica e più aperta ai moderni conflitti che attraversano la società. Il sapere deve essere conoscenza organica della realtà per cambiare modi di produrre e consumare.

Nell’agenda di Europa 2020 uno degli obiettivi fondamentali è la sostenibilità ambientale. Nei prossimi anni ciclo dei rifiuti, tutela del patrimonio ambientale e culturale, bonifiche, alimentazione sostenibile e bio-diversità saranno determinanti per migliorare la qualità della vita e saranno fondamentali per ripensare la stessa funzione del lavoro che dovrà servire a produrre beni sociali e ambientali. È necessario ripensare programmi e modelli didattici perché la qualità si ottiene tornando a fare ricerca, progettualità, riflessione e socializzazione delle conoscenze. Molte scuole già si cimentano in maniera positiva su questi terreni valorizzando l’autonomia scolastica.

Occorrono però risorse aggiuntive per inserire nei programmi e nell’offerta formativa questa nuova materia perché si ha l’impressione che ancora una volta si vogliano fare innovazioni senza investimenti. Sarebbe opportuno chiarire questo aspetto perché i tagli di questi anni rendono complicato cambiare il modello di scuola.

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