Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Comunicati stampa » Comunicati FLC CGIL » Sperimentazione secondo ciclo: il Ministro Moratti non ha detto la verità o nasconde le informazioni?

Sperimentazione secondo ciclo: il Ministro Moratti non ha detto la verità o nasconde le informazioni?

Il Ministro Moratti, con l’innegabile pervicacia di sempre, non risponde alla richiesta dellaFLC Cgil di conoscere gli atti che hanno portato all’emanazione del decreto di sperimentazione sul secondo ciclo. Non solo si viola la legge sulla trasparenza ma si continua a negare l’esercizio di corrette relazioni sindacali

31/03/2006
Decrease text size Increase  text size

Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

Il Ministro dell’Istruzione, nel Decreto con il quale ha avviato la sperimentazione del nuovo assetto della scuola secondaria a partire dal 1° settembre 2006, motiva il provvedimento in considerazione delle richieste in tal senso presentate da numerose istituzioni scolastiche.

Il giorno 23 febbraio scorso abbiamo chiesto al Ministero, anche considerato il fatto che nel frattempo non risultavano in corso adesioni significative circa la sperimentazione nella secondaria, di avere copia dell’elenco delle scuole che avrebbero invocato l’anticipo dell’entrata in vigore della riforma del II° ciclo, come asserito nelle premesse del Decreto 775/’06.

La richiesta è stata inoltrata dall’Ufficio legale nazionale ai sensi della Legge sulla trasparenza.

Com’era prevedibile, però, ad oggi il Miur non ha fornito la documentazione richiesta!!

Con il Ministro Moratti la realtà continua a superare ogni possibile fantasia.

Già è particolarmente grave, infatti, che un’amministrazione pubblica si rifiuti di assumere la Legge sulla trasparenza come un vincolo e neghi la documentazione richiesta.

Ma c’è di più!
A questo punto è legittimo pensare che il Decreto sulla sperimentazione sia motivato sulla base di una bugia, cioè che non esista nessun elenco e che non siano affatto numerose le scuole, semmai ce ne sono state, che hanno portato il Ministro all’emanazione del decreto stesso.

Che brutta storia!

Roma, 31 marzo 2006