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Uno schema di decreto sbagliato nel metodo, nel merito e nella copertura economica

Comunicato stampa di Enrico Panini

12/09/2003
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Comunicato stampa di Enrico Panini

Accoglieremo il primo decreto di attuazione della Legge delega sulla scuola con migliaia di assemblee e con una grande manifestazione nazionale organizzata dalla CGIL Scuola e dalla CGIL.

Con le assemblee vogliamo informare centinaia di migliaia di lavoratori della scuola e chiedere loro di esprimersi sull’articolato dello schema di decreto.

Inoltre, vogliamo incontrare i cittadini, le istituzioni, la società civile per informarli delle scelte con le quali si vuole cancellare la nostra migliore scuola elementare.

Lo schema di decreto, approvato oggi dal Consiglio dei ministri, riesce addiruttura a peggiorare la legge stessa inventandosi la figura del super maestro, che è sbagliata nei suoi riferimenti, perché non siamo più nell’ Italia contadina degli anni Cinquanta, e perché i bambini non hanno bisogno di una spolverata di conoscenze (tipica della figura unica) ma di ambiti disciplinari approfonditi considerato che arrivano alle scuole elementari già con un bagaglio di conoscenze molto ampio.

E’ grave che si voglia con testardaggine introdurre obbligatoriamente il super maestro che, salvo rarissime eccezioni, potendolo già fare in questi anni, tutte le scuole elementari si sono rifiutate di adottare questo modello.

La riduzione sostanziale del funzionamento della scuola dell’infanzia, che articolerà il proprio modello sulla base non di scelte educative, ma delle opzioni delle singole famiglie, riduce questo settore da scuola a luogo di custodia.

Nella stessa scuola elementare si prefigura una riduzione dell’offerta formativa in un quadro orario apparentemente confermato.

Lo schema di decreto, inoltre, colpisce la scuola pubblica perché chiaramente autofinanziato, come tutta la legge, con decine di migliaia di posti soppressi in questi anni, con le mancate immissioni in ruolo, nonostante la presenza di tantissimi posti disponibili, con l’inqualificabile peggioramento delle condizioni di lavoro dei precari.

Del piano di finanziamento della legge, che avrebbe dovuto essere approvato entro la metà di luglio, non vi è traccia concreta se non in un tardivo recupero di un generico impegno che dichiara disponibile oggi la stessa quantità di risorse che veniva data come assolutamente certa nel lontano dicembre 2001.

Non a caso lo schema di decreto non è preceduto da alcuna legge ordinaria di finanziamento, come prevederebbe la stessa legge Moratti, e questa è la palese conferma che siamo di fronte ad un provvedimento autofinanziato.

Insomma, uno schema di decreto sbagliato nel metodo, nel merito e nella copertura economica.

Roma, 12 settembre 2003