Conferenza di Produzione INAF: "Idee in movimento"

  • 13:30

    Dopo un breve dibattito sulla necessità di programmare lo sviluppo del personale, sul precariato il periodo di formazione, ma anche il diritto di essere valutato per potere entrare, sulla base delle proprie competenze, stabilmente nel mondo della ricerca, Gianna Cioni, segretaria nazionale con delega alla politica della ricerca, conclude.

    L’iniziativa è sicuramente riuscita e occorre ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per prepararla. L’INAF è un ente nuovo, un ente di eccellenza eppure la FLC nello scorso anno ha dovuto segnalare con forza i suoi problemi: in occasione dell’eclissi ha parlato di eclissi della ricerca in astrofisica. Le cause sono state una riforma fatta senza risorse aggiuntive, la volontà di ridurre tutta la ricerca fondamentale considerandola un lusso che l’Italia non poteva permettersi, il taglio dei fondi ed il blocco delle assunzioni. Tutte responsabilità gravi del precedente governo. A tutto ciò si è aggiunta una pessima riforma applicata nell’ente in modo gerarchico e burocratico. Tutta la comunità scientifica è stata così emarginata e depressa senza alcuna possibilità di partecipare alle scelte dell’ente.

    Ora ci sono delle novità. L’ente con il commissariamento gestito in modo intelligente ha ricominciato a funzionare, il personale viene ascoltato e coinvolto.

    La notizia della terna scelta dalla commissione per il futuro presidente ci spinge però a chiedere a Ministro e Commissario che occorre raccogliere il parere del personale sulle linee programmatiche di gestione dell’ente che il presidente futuro intende portare avanti. Poi il Ministro si assumerà la sua responsabilità politica e farà la nomina.

    Il Ministro Mussi ha fornito importanti notizie sui fondi che l’INAF avrà a partire dal 2007 e poi negli anni futuri. E’ un fatto fondamentale anche perché c’è un impegno dell’intero Governo preso con la firma dell’ Intesa sulla conoscenza ad aumentare i finanziamenti agli enti di ricerca per svolgere le loro missioni. Gli enti rafforzati potranno così competere a livello nazionale ed internazionale per ottenere ulteriori fondi su progetti e l’INAF ha già dimostrato di saperlo fare.

    Sullo Statuto sarà la comunità scientifica a doversi esprimere: è comunque importante che siano chiari i rispettivi ruoli il particolare per coloro che avranno compiti direttivi.

    Al Ministro abbiamo chiesto che si attui velocemente il decreto di riordino, ma anche che si assuma a livello legislativo i contenuti della Carta europea dei ricercatori.

    Sul precariato valutiamo positivamente la scelta di non fare più ricorso a rapporti di lavoro del tipo dei co.co.co., ma occorre che la finanziaria 2008 permetta la piena attuazione di quanto contenuto nella finanziaria precedente: i co.co.co. e gli assegnisti devono in breve tempo divenire almeno tempi determinati e, per quanti hanno superato selezioni nazionali, dovrebbe essere possibile anche la stabilizzazione.

    La linea della FLC prevede che, dopo la formazione, sia prevista una sola forma contrattuale il tempo determinato tipo tenure track.

    Tutto ciò implica l’eliminazione dei vincoli del turn over e dei tempi determinati solo su progetti, in modo che l’aumento dei fondi agli enti renda effettivamente possibile un aumento del personale degli enti.

    Riteniamo importante anche la volontà del ministro di rivedere le modalità di effettuazione dei concorsi in modo da renderli più trasparenti e tali da premiare l’esperienza acquisita.

    Terminando ricorda che per ottenere nella finanziaria passi avanti concreti sul precariato e le risorse per il rinnovo del contratto il 29 ottobre siamo ancora una volta stati costretti a proclamare uno sciopero a cui chiediamo la massima adesione.

  • 12:50

    Franco Giovannelli pone, quasi come sintesi, i due principali problemi presenti oggi nell’INAF e nella maggior parte degli enti di ricerca: l’insufficienza delle risorse sia umane che finanziarie e la mancanza di qualunque livello di autogoverno.

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  • 12:30

    Anna Di Giorgio parla della valorizzazione del personale ricercatore e tecnologo, confrontando la situazione italiana con quella ben migliore degli altri paesi sia sul fronte dei salari, sia dei fondi per la ricerca, sia delle possibilità di fare carriera.

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  • 12:20

    Prende la parola Dario Panella che affronta il problema della valorizzazione del personale tecnico, amministrativo, sia degli ex Osservatori che degli ex istituti CNR, e bibliotecario (ricchezza questa dei vecchi osservatori che occorre non cancellare).

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  • 11:20

    La parola al Ministro dell’Università e della Ricerca On. Fabio Mussi.

    Il settore di ricerca in cui l’INAF opera è di grande livello scientifico a livello internazionale, occorre quindi come si può migliorare l’ente ed alzarne ulteriormente il livello.

    L’idea della sequenza lineare tra ricerca di base e sviluppo tecnologico è semplicistica e sbagliata. La conoscenza è connessa in rete, non in sequenza. Spesso, ad esempio, sono i problemi tecnologici che interrogano la ricerca di base. Stiamo parlando di ricerca e non di prodotti da vendere in un supermercato. Occorre allora garantire le connessioni dei sistemi tra di loro e nel loro interno perché in questo modo si possono produrre effettivi avanzamenti.

    Purtroppo nel nostro paese sono diffusi e si continua a diffondere pregiudizi basati anche su dati sbagliati. L’idea di azzerare i fondi pubblici alla ricerca è un’idea da Medio Evo. Oggi c’è uno Stato che con le tasse deve pagare i servizi per tutti. E la ricerca è un servizio per il Paese. Occorre che anche la comunità scientifica si impegni per sconfiggere tali pregiudizi, come quelli che i fondi per la ricerca siano tanti, addirittura troppi.

    La Finanziaria del 2007 non poteva essere diversa vista la situazione economica del paese. Malgrado ciò, alla fine delle restituzioni o dei disaccantonamenti il 2007 vedrà un aumento del 7,2% delle risorse per la ricerca (per l’INAF dell’8,7%). L’ultima distribuzione dei fondi inoltre è stata fatta per la prima volta sulla base di una valutazione scientifica.

    L’ASI, che svolge un’attività di grande interesse per l’INAF, ha finalmente stabilito un insieme di relazioni migliori soprattutto con Francia e Germania.

    La previsione di fondi per il prossimo triennio per università e ricerca è di quasi 2 miliardi di euro. Non raggiungeremo gli obiettivi di Lisbona ma sta diminuendo la distanza. Rispetto al budget degli altri ministeri il MUR ha più soldi e si spera di migliorare ancora per gli enti di ricerca.

    Sul precariato occorre voltare pagina.

    Verranno aumentate a 1000 euro le borse di dottorato. I co.co.co. sono stati un inganno, le borse post doc non danno garanzie e diritti. Occorre superarli.

    Il protocollo sul welfare fa passi avanti sull’uso del tempo determinato (un solo rinnovo).

    L’idea che nel Pubblico Impiego il rapporto di lavoro unico sia il tempo indeterminato va benissimo.

    Perché ciò valga anche per la ricerca occorrono più risorse, così sarà superato anche il problema del turn over.

    Il Bando PRIN prevede più soldi. Avrebbe potuto essere migliore senza i vincoli posti dalla Corte dei Conti. Occorre cambiare la legge e lo si può fare con un collegato alla Finanziaria.

    La partecipazione italiana all’ERC è stata molto significativa. Sono state selezionate circa 70 proposte italiane. Quelle che non sarannofinanziate dall’Europa lo saranno dal FIRB.

    Il piano straordinario di reclutamento vale circa 500 ricercatori e sono aggiuntivi. Occorre mantenere il reclutamento distinto dagli avanzamenti di carriera ed introdurre nel reclutamento procedure più attente alle competenze acquisite (referee come per l’università) e la tenure track.

    Dopo gli ultimi pareri del Parlamento l’ANVUR il prossimo anno potrà funzionare.

    Specificatamente sull’INAF va osservato che la nascita dell’ente è stata una fusione a freddo di 19 realtà distinte senza una idea guida di un ente coordinato. Malgrado ciò appena nato l’ente è al top tra gli enti di ricerca rispetto alla valutazione, ma entra subito in crisi e per questo è stato deciso il commissariamento. Il comitato di selezione del Presidente ha appena finito di lavorare e la terna scelta è: Roberto Bonanno, Tommaso Maccacaro e Bruno Marani. Tra questi il Ministro sceglierà il futuro presidente.

    Con l’entrata in vigore della legge per il riordino degli enti di ricerca sarà la comunità scientifica, interna ed esterna, a definire il nuovo statuto. Il Ministro lo valuterà e lo firmerà.

    Occorre che lo statuto, sia pure agile, sia trasparente e tale da permettere all’ente di funzionare. L’autonomia della comunità scientifica è fondamentale ma occorre anche qui trasparenza e cooperazione. Scienza e cultura in Italia per troppi anni sono stati maltrattati, ora c’è l’occasione per voltare pagina.

  • 11:10

    Stefano Bernabei, coordinatore nazionale INAF della FLC Cgil, presenta al Ministro la sintesi delle nostre proposte e le richieste urgenti e di medio periodo.

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  • 10:50

    Il Commissario dell’INAF Prof. Sergio de Julio ricorda per prima cosa che si sta parlando di un ente di eccellenza secondo le valutazioni effettuate e che stanno aumentando ancora sia le pubblicazioni di qualità sia le partecipazioni a progetti. Ciò che deve urgentemente essere fatto è di dare unità all’INAF, un’unità non centralistica ma di una rete che coopera.

    1. Il problema delle risorse. Per la prima volta c’è stato un incremento del finanziamento ordinario di circa l’8,7% e per la prima volta una parte delle risorse è stata distribuita con criteri di valutazione e non con criteri burocratici e questo ha premiato l’INAF. E’ anche stata firmata una convenzione con l’ASI che prevede contributi annuali di almeno 20 milioni di euro. Ma c’è ancora un deficit stimabile in 20 M euro a parte lo sviluppo edilizio che pure è urgente.

    2. Lo statuto. E’ stato fatto un ampio dibattito ora si aspetta il decreto di riordino. Su alcuni punti, come la partecipazione della comunità scientifica, c’è pieno consenso mentre su altri punti come il livello di specificazione che lo statuto dovrà avere ci sono posizioni differenziate. Occorre fare attenzione al rischio di introdurre logiche spartitorie se si da un peso troppo grande all’insieme dei direttori delle strutture.

    3. Valutazione. A giorni inizieranno ad operare i valutatori che sono per lo più stranieri. Sulla base delle valutazioni saranno distribuiti i fondi.

    Personale. Il precariato va ridotto. I co.co.co. ed i co.co.pro. saranno trasformati in tempi determinati e non ne saranno presi altri. Occorre una programmazione dello sviluppo del personale: nel piano triennale si è iniziato a farlo ed occorre trovare sbocchi anche fuori dalla ricerca per le persone che saranno formate e non potranno tutte entrare nell’INAF. Non tutto può però essere fatto a legislazione vigente ed occorre operare anche a dispetto dei revisori, assumendosi le proprie responsabilità. Dal punto di vista economico c’è spazio per un ragionevole aumento del personale, ma occorre che la Finanziaria tolga i vincoli del turn over e quello dei tempi determinati solo su progetti. Comunque sulle stabilizzazioni siamo in direttiva di arrivo e lo stesso vale per l’annosa questione delle tabelle di equiparazione.

  • 10:40

    Parla Melania Del Santo ricordando che i tempi determinati ricercatori dell’INAF sono solo 30 e tutti gli altri sono quindi lasciati fuori dalla stabilizzazione. Le stabilizzazioni per cui la finanziaria 2007 ha previsto risorse sono circa 500 e solo il CNR ha più di 1000 tempi determinati stabilizzabili. Occorre ricordare che molti di loro sono a costo zero e che quindi non occorrono risorse ad hoc. E poi ci sono tutte le norme della finanziaria 2007 che potrebbero dare una qualche risposta anche agli atipici. Ma fino ad oggi nulla è stato fatto in concreto. Ci sono richieste a medio termine ma anche molte urgenti, a cominciare da modifiche nella finanziaria 2008 per non cancellare le cose buone di quella del 2007 e per aggiungere invece qualche altra possibilità per chi non ne ha ad oggi.

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  • 10:30

    Una precaria atipica Silvia Piranomonte prende la parola e parte dalla Carta Europea dei ricercatori, sottoscritta da tutti gli enti di ricerca, ma non rispettata da nessuno, compreso l’INAF. Ci sono borse, assegni, co.co.co., co.co.pro. (che nel pubblico non potrebbero esistere).

    Si chiede un protocollo nell’INAF che impegni l’ente a trasformare gli atipici in tempi determinati e ad utilizzare d’ora in avanti un solo tipo di contratto a tempo determinato (tenure track) dopo il periodo di formazione.

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  • 10:20

    Prende la parola Mauro Dadina per il primo di 3 interventi che affrontano i diversi aspetti della situazione del precariato all’INAF. Egli ricorda che la prima difficoltà che si incontra nel far fronte al problema del precariato sta nella non conoscenza completa dei numeri e delle tipologie di questo anche da parte delle amministrazioni. All’INAF ci sono almeno 400 lavoratori precari. Nel grafico seguente è corretto considerare le persone che hanno fino a 3 anni di anzianità come ancora in formazione. Ma è assolutamente inaccettabile che il precariato si estenda anche per 20 anni. In nessun altro paese questo succede. Che cosa può fare un precario dopo tanti anni se non riesce a entrare stabilmente nella ricerca? E non è accettabile neppure il picco di precari con 7 anni di anzianità.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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