25 maggio 2003 Marcia a Barbiana
Ci piace pensare che gli organizzatori della marcia di Barbiana abbiano voluto ricordare il messaggio di Don Milani con una metafora sottile e profonda: quella della fatica.
Ci piace pensare che gli organizzatori della marcia di Barbiana abbiano voluto ricordare il messaggio di Don Milani con una metafora sottile e profonda: quella della fatica. Certo, gli organizzatori forse pensavano alla metafora del “cammino, della marcia” verso i luoghi teatro delle esperienze di un prete difficile per indicare un percorso ideale, verso le idee che ancora accompagnano il lavoro di tanti docenti. A noi piace sottolineare, invece, la “fatica” che impone quella marcia. Pensare che l’approccio al sapere, all’istruzione, non sia anche “fatica” è sbagliato. Come è anche sbagliato pensare che la testimonianza di “valori” come quelli proposti, testimoniati e difesi da Don Milani, sia una semplice “passeggiata”. No! L’insegnamento pensato e cucito su misura per permettere a tutti di crescere, è duro. Duro è l’uscire da schemi e preconcetti che semplificano la vita di chi sta dietro la cattedra e giustifica l’insuccesso dei propri allievi con “è colpa loro. Io ho fatto il mio dovere”. E’ vero ! Si fa fatica a stare dietro a quel prete che “smonta” schemi mentali proponendo letture dei comportamenti tra il politico e lo piscologico, che ribalta il proprio punto d’osservazione partendo dagli alunni, chiedendo loro “fatica”, impegno, e proponendo da parte propria partecipazione, collaborazione, analisi e metodologie originali, funzionali all’utilizzo dell’istruzione per riscatto sociale degli ultimi. Viene spontaneo pensarlo, ricordando l’esperienza della marcia del 2002. Il ricordo diventa più nitido dopo aver lasciato la macchina al parcheggio del Campo Sportivo di Vicchio. Facciamo i primi passi verso il punto di ritrovo che è fissato poco prima di Ponte a Vicchio, in prossimità del Campeggio. Primo dato confortante: la giornata è decisamente estiva! Sono circa del 10,30 quando arriviamo al Campeggio, molti sono già partiti.
E’ una marcia strana questa. E’ una marcia che serve a meditare. Non c’è un inizio, non c’è una fine. Ognuno sale con il suo passo, con la sua esperienza, con i propri pensieri. C’è, in questo, un qualcosa di spirituale, in uno spazio temporale che non è né laico né il religioso, ma che ha un fascino sottile: il cammino a colloquio con se stessi. Ci incamminiamo per la strada che da Ponte a Vicchio conduce a Barbiana; durante il tragitto cominciamo ad incontrare molta gente: donne, uomini e bambini che con abbigliamento decisamente estivo si preparano ad affrontare il percorso che alcuni definiscono “agile passeggiata”, altri, invece, ce lo raccontano come assai arduo. Cominciamo a salire….lungo la strada incontriamo tanti amici e compagni della Cgil Scuola. Già la Cgil Scuola. Il pensiero di Don Milani ha fortemente influenzato la Cgil Scuola che ha condiviso quei valori che oggi continua a propugnarli e a difenderli. Ecco, infatti, tra le migliaia di “marciatori” Enrico Panini, il Segretario della Cgil Scuola. Niente cravatta e giacca, ma in tenuta sportiva. Anche lui sale, confuso tra i tantissimi, per la ripida salita facendo testimonianza vera, non di facciata. Scontata la presenza della Cgil Scuola Toscana, logicamente al completo; del resto gioca in casa. Sono arrivati da tutta Italia da Pordenone a Napoli, da Roma e dalla Puglia: li incontriamo una volta raggiunta la meta. La passeggiata non è così faticosa come qualcuno narrava e, dopo circa due ore di cammino, intervallato da qualche sosta per ripararsi dal sole cocente, arriviamo a Barbiana.
La giornata è veramente stupenda ed anche il clima che si è creato tra i partecipanti è assai piacevole. Una volta arrivati in cima, il gruppo si sgrana: molti di noi sono andati a fare visita alla canonica, dove Don Milani teneva la sua scuola, altri sono rimasti nel prato antistante ed hanno improvvisato un pic-nic. Ben attrezzata la Cgil scuola Toscana, con tanto di plaid per sdraiarsi e panini in abbondanza; abbiamo trascorso un paio d’ore in completo relax, mentre ancora molta gente continuava a raggiungere la meta; molti i bambini presenti; alcuni di loro che prima di cominciare la camminata erano visibilmente contrariati, adesso giocano felici sul prato.
Sono circa le 14 ci rimettiamo in marcia per tornare a Ponte a Vicchio dove ci sarà il concerto conclusivo. “Cambiamo percorso”, ci dicono. Ok! Cambiamo pure. Infatti, che ve n’è un altro più corto, ma … più ripido. Cominciamo a scendere a valle, con non pochi disagi, la strada è ripida e sconnessa; occorre stare attenti ….!!! Arriviamo a Ponte a Vicchio cotti dal sole.
Enrico Panini, che durante la mattinata si era unito al nostro gruppo, ha idea meravigliosa: fermarsi a prendere qualcosa al bar e mettersi all’ombra. Fa di più: improvvisandosi ottimo cameriere, serve a tutti acqua fresca, ciliegie e … un buon caffè.
Mentre ci stiamo riposando da Barbiana continua a scendere gente; il sole ha “baciato” un po’ tutti ed adesso la ricerca dell’ombra è comune ai più; comincia il concerto che noi ascoltiamo da lontano, un po’ stanchi.
E’ stata proprio una bella giornata: il sole che ci ha accompagnato per tutto il giorno. Andiamo via con una certezza: si è respirato un’aria magica, l’aria di Barbiana. Le idee di Don Milani resteranno con noi.
Roma, 26 maggio 2003