Petizione del personale collocato fuori ruolo
Le norme contenute nella Legge Finanziaria per il personale collocato fuori ruolo sono note sia per il loro valore che per gli effetti che produrranno.
Petizione del personale collocato fuori ruolo
Le norme contenute nella Legge Finanziaria per il personale collocato fuori ruolo sono note sia per il loro valore che per gli effetti che produrranno.
Il Comitato direttivo ha anche approvato nell’ultima sessione uno specifico ordine del giorno.
Per questo abbiamo predisposto la petizione che pubblichiamo di seguito, affinché si metta in campo un’ulteriore iniziativa per modificare la Finanziaria.
Roma, 27 novembre 2002
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Al Presidente della Repubblica
Ai Presidenti di Camera e Senato
Ai Capigruppo dei gruppi parlamentari
di Camera e Senato
Oggetto: Finanziaria 2003. Personale collocato fuori ruolo.
Siamo un gruppo di lavoratrici e di lavoratori della scuola indicati, secondo il linguaggio burocratico, come personale collocato fuori ruolo.
Dunque, siamo dipendenti che sono stati dichiarati inidonei per motivi di salute e siamo utilizzati in compiti parziali negli istituti scolastici.
La definizione che viene utilizzata per noi tende ad evidenziare i nostri limiti anziché rappresentare le prestazioni che siamo in grado di offrire.
Non abbiamo mai creduto che si tratti soltanto di un problema di linguaggio, le parole molto spesso rappresentano lo specchio di una società disattenta ai problemi dei soggetti più deboli.
La bozza di legge Finanziaria per l’anno 2003, approvata recentemente dal Senato, è un esempio evidente di questa crescente disattenzione.
Sono, infatti, previsti provvedimenti nei confronti del personale collocato fuori ruolo per motivi di salute e la prospettiva è quella del licenziamento.
Addirittura si prevedono trattamenti diversi a seconda della categoria di provenienza.
Noi siamo lavoratori in condizioni di salute precaria, ma che possiamo dare ancora tanto, che abbiamo voglia di dare a questa società.
Invece il Governo, al contrario, con questa Finanziaria ci considera come soggetti "da scartare".
Non pensiamo di essere "indispensabili", certo ci piaceva l’idea di essere considerati ancora "utili" ad una scuola che nei prossimi anni sembra destinata più a selezionare, che a perseguire l’obiettivo dell’accoglienza e dell’integrazione nei confronti di adulti e minori. E questo, accanto al nostro problema personale, dovrebbe preoccupare le SS.LL. che rappresentano le massime autorità dello Stato o che ricoprono importanti ruoli politici.
La tolleranza, l’accoglienza e l’attenzione verso i soggetti più deboli non si realizzano, a nostro parere, solo attraverso la lezione in classe, sollecitata molto spesso da circolari ministeriali tanto lunghe quanto piene di buone intenzioni, ma attraverso una coerente pratica quotidiana.
Quale "lezione di vita" si trasmette ai giovani quando, ad esempio, si limita l’assegnazione degli insegnanti per gli alunni "diversamente abili" (così ci piace definirli), in particolare per i più gravi, oppure quando si licenzia personale che per motivi di salute non può svolgere appieno il proprio ruolo?
Qual’è l’immagine di società che oggi il mondo adulto trasmette ai giovani?
Quella di un insieme di "soggetti perfetti" che scarta tutto ciò che risulta imperfetto, o un insieme di "diversi" che vedono in questa diversità una ricchezza ed un’occasione di crescita per tutti ?
Questa domanda la giriamo a Voi chiedendoVi di intervenire affinché i provvedimenti succitati vengano ritirati.