Reggio Calabria 15 novembre manifestazione "per lo sviluppo del mezzogiorno”
Come noto CGIL, CISL e UIL hanno indetto, nel quadro delle iniziative di mobilitazione e lotta contro la finanziaria e le politica economica del governo, una manifestazione per “lo sviluppo del mezzogiorno”
Come noto CGIL, CISL e UIL hanno indetto, nel quadro delle iniziative di mobilitazione e lotta contro la finanziaria e le politica economica del governo, una manifestazione per “lo sviluppo del mezzogiorno” che si terrà a Reggio Calabria il prossimo 15 novembre, con i tempi e le modalità indicati dalle circolari confederali unitarie.
A questa iniziativa lo SNUR, per la centralità che hanno ormai assunto Università e Ricerca ai fini dello “sviluppo”, deve garantire una adeguata partecipazione e riproporsi come soggetto attivo nella definizione delle proposte nazionali, regionali e dei singoli territori. .
Il nostro sindacato, ha svolto in questi anni un sistematico lavoro di analisi e proposta sulle questioni dello “sviluppo” del mezzogiorno, consapevole della centralità assunta, su questo terreno, dall’alta formazione, dalla ricerca, dall’innovazione e dal trasferimento tecnologico.
L’ultima iniziativa, in proposito, dello scorso 4 luglio, tenuta a Tecnopolis (BA) con la partecipazione dell’assessore della Regione Campania, prof. Luigi Nicolais, anche nella sua qualità di coordinatore delle regioni meridionali per l’attuazione del PON ricerca, ha evidenziato ulteriormente e mostrato con dati puntuali, la centralità del ruolo dei sistemi pubblici universitari e di ricerca rispetto alle concrete possibilità di sviluppo delle regioni del SUD.
In quella riunione sono emersi i successi ottenuti dalle scelte e dal “modello” innovativo di intervento definito in Campania, i limitati risultati degli interventi più tradizionali di altre regioni (es. la Puglia) ed i grossi ritardi accumulati da altre ancora ( es. la Calabria).Sono emersi inoltre, su questo terreno, da una parte le inadeguatezze, i ritardi e le assenze della nostra iniziativa di categoria e del sindacato più in generale; dall’altra le potenzialità di una politica che laddove sviluppata con coerenza (vedi Campania) ha prodotto risultati ed un modello d’intervento che appare di grande interesse anche per affrontare i problemi del “declino industriale” dell’intero Paese.
La manifestazione del 15 deve costituire, anche per noi , una risposta forte al governo ed alle sue politiche di attacco all’università, alla ricerca alla scuola pubblica, alle sue scelte di spingere il Paese sul folle binario della competizione di prezzo con il conseguente obbligato attacco al costo del lavoro al sistema previdenziale e di tutela sociale.
Per intenderci l’attacco alle pensioni e l’attacco alla università, alla scuola ed alla ricerca, sono due facce della stessa medaglia.
Nello stesso tempo deve segnare una forte ripresa, sull’’argomento, dell’iniziativa della nostra categoria in tutti i territori sia nelle regioni del Sud che in quelle delle altre aree del Paese colpite dal “declino industriale”.
La lotta per la difesa riqualificazione e rilancio del sistema pubblico di formazione e ricerca, del sistema di tutela sociale e previdenziale e quella per lo sviluppo sono ormai totalmente intrecciate e pongono la necessità di un salto di qualità alla categoria sia sul versante della politica, che su quelli della capacità di iniziativa e della stessa organizzazione.
Nelle condizioni attuali, connotate dal grande terremoto che sta precarizzando ed individualizzando al massimo il lavoro e la sua organizzazione, cominciato ben prima dell’approvazione della legge 30 e della sua estensione con la finanziaria contro cui stiamo lottando, all’Università, è attaccata e diventa, sempre più difficile la stessa attività contrattuale e di tutela, propria del sindacato.
Dopo la manifestazione del 15 novembre, appare necessario ed urgente che il nostro quadro dirigente, a partire da quello delle regioni del SUD avvii una seria e tempestiva riflessione con la partecipazione della struttura nazionale.
Roma, 4 Novembre 2003