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Ma i telegrammi della scuola chi li paga?

La CGIL Scuola, segnala al miur sulle gravi difficoltà in cui verranno a trovarsi le scuole se dovesse essere dato seguito alla presa di posizione dell’Anci con cui si afferma che le istituzioni scolastiche dovranno farsi carico delle spese della dettatura telegrammi e dei fax.

09/04/2003
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La CGIL Scuola, sulla base di alcune segnalazioni provenienti dai varie parti d’Italia, ha inviato il 7 marzo 2003 una lettera al MIUR e per conoscenza all’Anci con la quale si è richiamata l’attenzione del Ministero sulle gravi difficoltà in cui verranno a trovarsi le scuole se dovesse essere dato seguito alla presa di posizione dell’Anci (Associazione Comuni d’Italia) con cui si afferma che le istituzioni scolastiche dovranno farsi carico delle spese della dettatura telegrammi e dei fax.

Il Presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, rispondendo al nostro Sindacato, ha ribadito la posizione già nota e ha allegato una scheda di approfondimento (proprio quella su cui si basata la lettera della CGIL Scuola) con cui si spiega come i telegrammi dettati per telefono sono da intendersi non spese telefoniche ma postali e perciò a carico delle scuole.

Alla lettera della CGIL scuola il Capo di Gabinetto del Miur, destinatario primo e diretto della nostra richiesta di intervento chiarificatore, ha dato riscontro indirizzando una Nota alla Direzione generale per l’Organizzazione dei Servizi nel territorio del MIUR (e per conoscenza al Dipartimento per lo sviluppo dell’istruzione e per i servizi nel territorio dello stesso MIUR e alla CGIL Scuola) invitandola a mettere in atto “ogni utile iniziativa eventualmente anche di concerto con il Ministero degli Interni volta a risolvere la questione”. Il Gabinetto ha inoltre chiarito che tali spese, anche secondo una autorevole risoluzione del Consiglio di Stato del 25-9-1996, sono da intendersi a carico dei Comuni.

Naturalmente si comprendono le ragioni delle puntualizzazioni dell’Anci, a fronte del drastico taglio dei trasferimenti statali agli Enti locali che mettono a rischio la “tenuta” dello Stato sociale e il possibile venir meno dei servizi che i Comuni hanno finora erogato ai cittadini.

Il nostro auspicio e la nostra iniziativa vogliono essere un contributo nella direzione di una risoluzione rapida della questione affinché non abbiano a soffrirne proprio le scuole, che sono costrette ad operare con lo strumento telegrafico, soprattutto in materia di stipula dei Contratti a tempo determinato.

Pubblichiamo di seguito la lettera di segnalazione della CGIL Scuola, la lettera del Presidente dell’Anci e la lettera del Gabinetto del MIUR inviate al nostro Sindacato.

Roma, 9 aprile 2003
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La lettera della CGIL Scuola

Oggetto: spese a carico dei Comuni per dettature telegrammi, dati e fax

Pervengono alla scrivente Organizzazione Sindacale segnalazioni da parte delle scuole circa il fatto che alcuni Comuni, anche sulla base di una Nota dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), non intendono farsi carico delle spese derivanti dalla dettatura telefonica dei telegrammi, dalle trasmissioni dati e fax.

Il conferimento delle supplenze, tanto per esemplificare, anche per precise prescrizioni del Regolamento concernente l’attivazione del rapporto di lavoro con contratto a tempo determinato, non può prescindere dall’uso del telegramma dettato per telefono.

Al fine di evitare inutili contenziosi fra le scuole e i Comuni e al fine di non complicare la funzionalità delle procedure per il conferimento delle supplenze, e, in generale, per non appesantire il funzionamento e la stessa libertà operativa delle unità scolastiche, si sollecita un intervento chiarificatore in merito.

Roma 7 marzo 2003
Il Segretario Generale della CGIL Scuola

Enrico Panini
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La risposta dell’Anci

Egregio Dott. Panini,

volentieri rispondo alla sua del 7 marzo, in cui chiede al Ministro dell’Istruzione dott.ssa L. Moratti un intervento chiarificatore sull’incompetenza dei Comuni rispetto alle spese telegrafiche delle scuole.

In merito le allego una scheda predisposta dai nostri esperti, dopo un approfondimento della materia.

Le faccio altresì presente che i Comuni sono sempre molto attenti a garantire la funzionalità del servizio scolastico, affrontando sia gli oneri tradizionalmente considerati obbligatori che molti altri oneri aggiuntivi, anche se i bilanci offrono sempre meno spazi per una effettiva scelta degli amministratori di poter rispondere alle esigenze dei cittadini.

Concludo ricordandole comunque che qualsiasi nuovo onere dovesse essere attribuito ai Comuni, anche derivante solo da una diversa organizzazione amministrativa statale, non può essere assunto senza la necessaria copertura finanziaria.

Con i più cordiali saluti

Leonardo Domenici
Roma 13 marzo 2003
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La risposta del Miur

Roma 18 marzo 2003

Oggetto: spese a carico dei Comuni per dettature telegrammi, dati e fax

Viene da più parti segnalato a questo Ministero che alcuni Comuni rifiutano di farsi carico di talune tipologie di spese telefoniche direttamente connesse al funzionamento delle scuole, quali i telegrammi per la convocazione dei supplenti e i fax per il necessario invio dei dati.

Al riguardo si richiama l’attenzione di codesta Direzione generale sull’opportunità di evitare che tra le istituzioni scolastiche e i cennati Enti locali venga ad instaurarsi un inutile e sterile contenzioso che andrebbe ad influire in ultima analisi sulla qualità del servizio reso all’utenza.

Codesta Direzione generale vorrà valutare ogni utile iniziativa eventualmente anche di concerto con il Dicastero degli Interni volta a risolvere la questione.

Ad ogni buon conto si ricorda che la questione degli oneri a carico degli Enti locali per il funzionamento delle scuole statali è stata autorevolmente risolta dal Consiglio di Stato il quale nella motivazione del parere N. 1784/96 del 25 9 1996, ha chiarito che “ l’articolo 3 della Legge 23 del 1996, adoperando l’espressione più ampia “spese varie d’ufficio” non ha fatto altro che ricomprendere tutto ciò che serve a far funzionare normalmente la scuola”, si prega codesta Direzione Generale di volere interessare il Ministero degli Interni al fine di sensibilizzare l’Anci sul problema segnalato.

Il Capo di Gabinetto