Il diritto dovere cancella l’obbligo scolastico
E’ stato presentato ieri dal sottosegretario all’istruzione on. Valentina Aprea, la bozza di decreto legislativo sul diritto – dovere all’istruzione e formazione.
E’ stato presentato ieri dal sottosegretario all’istruzione on. Valentina Aprea, la bozza di decreto legislativo sul diritto – dovere all’istruzione e formazione.
Erano presenti le Organizzazioni Sindacalidi categoria e confederali.
L’on Aprea ha giustificato l’assenza del decreto sul secondo ciclo di istruzione adducendo motivi di complessità che hanno impedito di addivenire ad un testo, ha aggiunto tuttavia che tale mancanza non impedisce di ragionare sugli aspetti di cornice al sistema in quanto essi rappresentano i principi in base ai quali procedere all’elaborazione del decreto sul secondo ciclo.
Secondo il sottosegretario il fine è quello di chiarire ai cittadini i nuovi diritti e i nuovi doveri in fatto di istruzione e di formazione.
Il diritto-dovere è finalizzato alla realizzazione del diritto allo studio e alla cittadinanza attiva che si sostanzia con il diritto all’occupazione, resa possibile dalla differenziazione dei percorsi e dei profili in uscita, dalle certificazioni che riconoscono le competenze individuali in un sistema flessibile dell’istruzione e della formazione.
La FLC CGIL ha criticato la bozza di decreto con le argomentazioni sotto riportate.
Nella replica finale l’on. Aprea ha fatto alcune dichiarazioni che dimostrano l’assoluta incoerenza fra gli obiettivi dichiarati e i mezzi utilizzati per raggiungerli, l’evocazione infatti del successo scolastico, della garanzia di occupabilità e della cittadinanza attiva non è di per sé sufficiente alla loro realizzazione, infatti la riduzione del tempo scuola e delle discipline, la riduzione di risorse, economiche e professionali, negano nei fatti la possibilità di conseguire l’obiettivo della qualità.
Senza contare che la pesante curvatura del sistema verso l’obiettivo di maturare competenze finalizzate al lavoro, non è di per sé garanzia di diritti di cittadinanza, né la sola evocazione dell’occupabilità può produrre i posti di lavoro che sono sempre più scarsi.
Il sottosegretario ha dichiarato altresì di non essere minimamente preoccupata del dissenso che la legge Moratti sta sollevando, disponibile a scontare l’impopolarità pur di giungere agli obiettivi di qualità che la legge si propone.
E’ ancora lontana la definizione di un decreto per il secondo ciclo, la gratuità, nonostante il limite dichiarato dei 12 anni, si estenderà oltre tale limite e le agevolazioni sull’acquisto dei libri di testo rientreranno nel diritto-dovere, così ha dichiarato l’on. Aprea.
E’ rimasta appesa nel vuoto, senza risposta, la nostra osservazione circa l’incostituzionalità di tale norma, tutti i proclami demagogici sui diritti di cittadinanza attiva non coprono comunque uno sconcertante vuoto di proposte.
Roma, 18 maggio 2004