Secondo ciclo: nel 2006 non partirà nessuna sperimentazione
Il Ministro ritratta
Mentre venerdì scorso nella conferenza stampa del Ministro Moratti era stato detto che la sperimentazione del secondo ciclo sarebbe partita nel 2006, nel tardo pomeriggio il MIUR ritrattava la cosa emettendo il seguente comunicato
Riforma sul secondo ciclo: la sperimentazione dopo la definizione di tutti i passaggi normativi
In seguito all'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo sul secondo ciclo, il Ministro Letizia Moratti, relativamente alla sperimentazione della riforma, precisa che il decreto approvato stamani non contiene riferimenti ad una data precisa, ma stabilisce che "sino alla definizione di tutti i passaggi normativi propedeutici all'avvio del secondo ciclo di competenza del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il medesimo Ministero non promuoverà sperimentazioni del nuovo ordinamento nelle scuole, ferma restando l'autonomia scolastica".
Il comunicato è una vera e propria ritrattazione rispetto alla posizione espressa in conferenza stampa, è più conforme agli accordi presi in sede di Conferenza Stato-Regioni e conferma l’inesistenza di un testo scritto in merito.
Lo svolgersi della vicenda conferma una grande difficoltà del Ministro rispetto alle posizioni oltranziste emerse nelle commissioni parlamentari e un tentativo di sfruttare l’effetto notizia.
In ogni caso la ritrattazione, oltre a essere sintomo della confusione che regna al Miur, conferma
· che l’avvio del secondo ciclo è rinviato almeno al 2007 e quindi nulla è effettivamente deciso,
· che l’approvazione del decreto con la tanto sbandierata conclusione della riforma è puramente formale,
· che non vi è ragione per procedere a sperimentazioni di sorta tanto più che una delle misure richiamate riguarda la canalizzazione dei vecchi nei nuovi indirizzi, i quali non sono perciò lasciati alla iniziativa spontanea delle scuole,
· che nei due mesi che ci separano dalle iscrizioni nessuna scuola può assumersi la responsabilità di trasformare una scuola professionalizzante in un liceo,
· che nessuno potrà appellarsi ad indicazioni superiori che a questo punto non ci sono,
· che con quel riferimento finale all’autonomia si cerca di scaricare sulle scuole la responsabilità di scelte prive di qualsivoglia prospettiva futura credibile.
Insomma la sperimentazione servirebbe solo creare confusione e disorientamento nell’utenza.
Roma, 17 ottobre 2005