Poche risorse agli istituti professionali
Terza area: una boccata d’ossigeno
Come da alcuni anni a questa parte gli istituti professionali si ritrovano ad affrontare crescenti difficoltà economiche per i continui tagli che subiscono in riferimento ai finanziamenti della terza area. Così come da noi più volte denunciato.
i finanziamenti di queste attività, una volta stanziati in modo specifico con la legge 440/97, sono sempre più diminuiti.
Dal 2001 è stato di oltre il 25%, il calo delle risorse stanziate per sostenere l’autonomia scolastica (legge 440/97); ciò ha fatto si che la terza area non sia stata più finanziata con questa voce. E’ il caso di ricordare che la terza area oggi viene prevalentemente sovvenzionata con fondi provenienti dal funzionamento didattico e amministrativo, fondi che hanno subito negli ultimi quattro anni decurtazioni di oltre il 40%.
Quindi complessivamente l’impoverimento delle risorse per offerta formativa ha messo in seria difficoltà la realizzazione di percorsi integrati con la formazione professionale e il mondo del lavoro, che costituiscono il cuore della terza area.
Il ministro, che tanto ha parlato nel passato di alternanza scuola lavoro, nei fatti si è dimostrata insensibile alle sofferenze di questo settore.
D’altra parte non c’è da stupirsi considerato che anche nella sua corsa alla sperimentazione, nel progetto d’innovazione e nel decreto sulle confluenze non considera minimamente il ruolo di questi istituti.
Solo le nostre iniziative, unitariamente alle altre sigle sindacali, sulle difficoltà che stanno attraversando le scuole oggi per i tagli di questo governo, permetteranno anche agli istituti professionali di poter contare su di una piccola somma che integrerà i finanziamenti della terza area.
Infatti, è di questi giorni la comunicazione da parte degli uffici scolastici regionali alle scuole di incrementi di fondi per il funzionamento amministrativo per l’anno in corso.
Si tratta, come abbiamo ribadito alcuni giorni fa, di piccole cifre che non fermano la lunga agonia a cui ha destinato gli istituti professionali il nostro caro ministro.
Roma, 23 febbraio 2006