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Disegno di Legge Finanziaria e Università

Le Organizzazioni sindacali della docenza universitaria hanno espresso al Ministro Mussi la loro contrarietà alle norme contenute nel Disegno di Legge Finanziaria 2007.

05/10/2006
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Nella giornata di martedì 2 ottobre le Organizzazioni della docenza universitaria hanno incontrato il Ministro dell'Università e Ricerca, on. Fabio Mussi, e il Sottosegretario Modica, a proposito della Legge Finanziaria e del programma di Governo sull'Università. La Cgil ha fatto presente la preoccupazione e la contrarietà alle norme presenti in Finanziaria sull'Università, in particolare richiamando tre punti centrali:

a) il finanziamento al sistema universitario, sul quale si attendeva una forte inversione di tendenza rispetto al Governo precedente, e che invece registra un incremento di 64 milioni di euro, meno dell'1% del Fondo di Finanziamento Ordinario, largamente insufficiente a coprire i costi correnti, e che segna una diminuzione in termini reali rispetto al 2006.
Lo stesso meccanismo previsto in Finanziaria, di incremento per gli anni successivi del 3% del fabbisogno a consuntivo, rischia di tradursi, in tale formulazione, in una diminuzione reale degli importi di finanziamento per effetto dello scostamento annuale tra fabbisogno previsto e consuntivo.
In quest'impianto, l'incremento dei fondi di ricerca è interamente giocato sul nuovo fondo del MIUR, denominato FIRST, che assorbe i finanziamenti della 297 e della 388, portandoli nel triennio a 960 milioni di euro; di fatto si razionalizza e rifinanzia, in parte, la strumentazione esistente, ma nulla giunge direttamente agli Atenei.

b) l'assoluta insufficienza delle misure di reclutamento dei giovani e dei precari: blocco delle assunzioni per il 2007, e poche migliaia di assunzioni dal 2008 non sono in grado di disegnare lo scenario necessario di prospettiva di ricambio che l'Università richiede. Si consideri che nella Finanziaria il reclutamento ordinario è soggetto ad un triplo vincolo: l'80% della spesa come limite, un numero non superiore al turn-over dei tempi indeterminati, il 20% del fabbisogno previsto come tetto. Avevamo chiesto, e chiediamo, il ripristino del reclutamento ordinario e 20.000 assunzioni di giovani e precari.

c) l'inaccettabile riduzione del 50% degli scatti di anzianità dei docenti universitari.
Gli stipendi della docenza non sono, già oggi, particolarmente appetibili in un confronto europeo. Operare allo stesso modo su tutti i non contrattualizzati, dai magistrati alle Forze Armate e di Polizia ai docenti, come se fossero un "unicum" indistinto, è una scelta sbagliata e miope, che non si giustifica neppure con un presupposto di presunta solidarietà nei sacrifici. Almeno comparisse nel testo una differenziazione tra chi guadagna 80.000 euro e chi ne prende tra 1000 e 2000 al mese; e fosse chiaro che un prelievo di questo genere ha esplicite finalità solidaristiche verso i giovani: la misura, invece, appare solo e inutilmente punitiva.
Davvero si pensa che questo aiuti ad arginare la "fuga dei cervelli"?

Il Ministro ha difeso, nella sua replica, le acquisizioni difficili di un confronto interno al Governo che evidentemente è partito, per Università e Ricerca, da un punto molto basso di priorità, valorizzandone i punti di arrivo, e ricordando che le condizioni iniziali erano nettamente peggiori.
Ma proprio questa è la nostra preoccupazione principale: il fatto che, nel braccio di ferro complicato delle priorità di Governo, nel difficile equilibrio del rapporto tra risanamento e sviluppo, Università e Ricerca finiscano, ancora una volta, per soccombere al gioco perverso dei numeri di un bilancio burocratico e non politico, che ignora i programmi elettorali, e fa i conti solo con le cifre delle entrate e delle uscite. Noi attendiamo risposte sul programma dell'Unione. Per la Cgil è chiaro che questa Finanziaria è una Finanziaria "di guerra", vincolata da limiti stretti di bilancio che dipendono dalle pesanti condizioni dei conti pubblici: ma proprio questa condizione rende più necessario un ruolo netto della politica che individui e assecondi le priorità, e scelga, tra di esse, gli assi di uno sviluppo necessario al Paese.
Università e Ricerca lo sono: lo sono per comune ammissione della società civile e delle forze politiche.
Per questo, proporremo emendamenti a questo Dosegno di Legge Finanziaria: e li sosterremo con le azioni di mobilitazione e di sciopero della categoria che, nei prossimi giorni ,verranno decisi.

Roma, 5 ottobre 2006

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