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Stabilizzazione del personale delle Università

Primi ed interessanti segnali di attuazione nell’università della Direttiva n. 7 dell’aprile scorso per la stabilizzazione di lavoratori precari

31/05/2007
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Finalmente qualche istituzione si muove!
Il Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo di Catania, nella seduta del 25 maggio 2007, ha deliberato di dare il via alle procedure di stabilizzazione di 31 unità di personale a t.d. assunto con concorso pubblico ai sensi dell’art. 19 del ccnl vigente, a seguito di quanto stabilito dalla Direttiva n. 7 dell’aprile scorso , di attuazione del comma 519 della legge finanziaria.
Il CdA ha altresì deciso il contemporaneo avvio delle operazioni di ricognizione del personale assunto con contratti di collaborazione, al fine di pervenire ad una prima fase di stabilizzazione, attraverso lo strumento contenuto nel comma 529 della legge finanziaria, regolato dalla stessa direttiva, che prevede anche per le università la riserva del 60% dei posti banditi a tempo determinato ai titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa mentre solo per gli enti pubblici di ricerca allarga questa possibilità agli assegnisti.

L’Ateneo di Catania, con la deliberazione a favore della stabilizzazione costituisce, nel contesto nazionale, un interessante riferimento per la soluzione del problema del precariato in generale e di quello rientrante nei principi del comma 519 della legge finanziaria in particolare, a fronte di altre amministrazioni che manifestano più di una resistenza all’applicabilità delle norme citate e dei contenuti della direttiva 7/2007 del dipartimento della Funzione pubblica.

La direttiva va attuata e non è in alcun modo accettabile l’atteggiamento ai limiti dell’ostruzionismo messo in atto in alcuni atenei.
Come già sostenuto la FLC Cgil è impegnata ad aprire vere e proprie vertenze affinché si rispetti quanto previsto dalla Finanziaria 2007 e dalla Direttiva attuativa.

Roma, 31 maggio 2007

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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