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Trattamento di Fine Rapporto: Lettori di madre lingua e CEL

Con la risposta, predisposta da un gruppo di lavoro costituito appositamente dal Ministero del Lavoro a riscontro di un nostro quesito, trova finalmente una soluzione certa e positiva per gli interessati la questione del TFR.

27/03/2007
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Con la risposta, predisposta da un gruppo di lavoro costituito appositamente dal Ministero del Lavoro a riscontro di un nostro quesito, trova finalmente una soluzione certa e positiva per gli interessati la questione del TFR.
La soluzione è certa perché approvata dal Ministero del Lavoro e quindi assume valore di prescrizione per le amministrazioni coinvolte.
E’ positiva perché, fermo restando che i Lettori di madre lingua e i CEL avrebbero dovuto fare la scelta rispetto alla destinazione del TFR, determinandosi il fondato rischio di una esclusione dalla contrattazione, è stata accolta la nostra argomentazione di miglior favore per gli interessati.
Pertanto, solo in base a questa lettura gli interessati sono esclusi dal versamento del TFR.
Siamo soddisfatti degli esiti del nostro lavoro e di aver contribuito a determinare un ottimo risultato per gli interessati, che è l’unica cosa che ci interessa, dando a tutti certezza in una materia indubbiamente complessa.
Cogliamo l’occasione per dire che siamo stati informati circa una campagna diffamatoria nei nostri confronti messa in campo da RDB con toni offensivi ed informazioni superficiali proprio su questo tema.
L’azione di chi intende fare politica come può, per racimolare un po’ di consenso, saranno i lavoratori a valutarla.
Noi modestamente consigliamo sempre, almeno prima di aprire polemiche, di controllare le affermazioni e di risalire alla fonte per evitare di compiere errori grossolani, come quello di confondere la natura del rapporto di lavoro con il regime contrattuale, e di danneggiare in questo modo i lavoratori.

Troppo spesso, su questo argomento e sulle spalle dei lavoratori, abbiamo riscontrato prese di posizioni superficiali e demagogiche, anche con la pretesa di insegnare agli altri il proprio mestiere ed infarcendole di clamorosi svarioni tecnici e di presunte “informazioni” che sono invece dei miscugli tra cose che non c’entrano (si confondono i fondi pensione negoziali con quelli individuali privati) ed interpretazioni ideologiche.
Per fare un po’ di chiarezza su questa tematica e senza la pretesa di obbligare nessuno a sottoscrivere forma di previdenza complementare, pubblichiamo una prima scheda sui fondi pensione negoziali.

Roma, 27 marzo 2007