Emergenza lingue straniere in Italia
L'urgenza di un quadro giuridico attendibile per i Lettori ed i Cel di madrelingua.
Mentre ancora all’ARAN si cerca di riproporre lo sfruttamento intellettuale dei Lettori e Cel di madrelingua, la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, allargata ai Presidi dei Corsi di Studio in Lingue presso le Facoltà di Lettere e Filosofia, denuncia l’emergenza Lingue Straniere in Italia e lancia un appello al mondo politico.
Roma, 7 aprile 2008
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La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, allargata ai Presidenti dei Corsi di Studio in Lingue presso le Facoltà di Lettere e Filosofia, riunita a Bologna il 15 marzo 2008 richiama l’attenzione del Paese e delle forze politiche che si propongono di guidarlo sulle seguenti considerazioni riguardanti l’ emergenza lingue straniere in Italia:
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L’Italia figura costantemente agli ultimi posti tra i Paesi europei quanto a competenza reale nelle lingue straniere da parte dei propri cittadini. Ciò è avvertito dalle rilevazioni internazionali come dalla percezione diffusa di chiunque si muova a livello di contatti internazionali.
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Si ritiene da parte di molti che la competenza comunicativa internazionale si possa esaurire con una rudimentale o mediocre conoscenza di un inglese basilare, per di più sovente remoto da una scorrevolezza e da pronuncia accettabili.
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L’Italia ha di fatto largamente disatteso le indicazioni della Comunità sulla necessità di prevedere nell’insegnamento scolastico almeno due lingue comunitarie oltre all’italiano. L’inserimento di una lingua straniera alle elementari si è di fatto attuato (laddove ciò sia avvenuto) con quasi totale esclusivismo come insegnamento dell’inglese. In ogni caso i risultati di apprendimento anche di questo monolinguismo di fatto sono generalmente assai bassi e spesso quasi inesistenti.
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Gli insegnanti di lingue straniere del sistema scolastico italiano hanno occasionalmente forme di aggiornamento didattico/metodologico ma scarsi o nulli incentivi ad un rinnovamento e/o approfondimento della pratica linguistica professionalmente indispensabile (le lingue si dimenticano, ove non praticate).
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In numerose facoltà universitarie si ignora l’apprendimento di lingue straniere, di norma ridotto ad una insignificante prova di idoneità, e comunque limitato nella stragrande maggioranza dei casi al solo inglese. In tal modo si creano futuri quadri professionali impossibilitati ad una comunicazione efficiente/efficace su piano internazionale.
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La legislazione universitaria italiana non ha saputo affrontare un quadro giuridico attendibile ed accettabile riguardo al personale di madrelingua (lettori e/o CEL), ignorando di fatto il carattere indispensabile del loro apporto nel processo di apprendimento/insegnamento delle lingue straniere.
Tutto ciò configura una vera emergenza lingue straniere nel Paese, di cui il mondo politico (ma anche quello dei media e conseguentemente l’opinione pubblica) appare non volersi o non sapersi rendere conto, perpetuando una condizione di minorità del Paese nel quadro del mondo globalizzato in cui viviamo.
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lingue e Letterature Straniere chiede ai responsabili delle forze politiche di prendere posizione rispetto a questo enorme problema assumendo concreti impegni in merito alla sua risoluzione e si propone di organizzare una giornata di riflessione e di proposte operative in merito ai problemi qui sollevati sollecitando una concreta partecipazione all’iniziativa di chi avrà la responsabilità politica della guida del Paese e una adeguata assunzione di responsabilità.
Roma, 7 aprile 2008