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Ispra, primo schema di decreto

A un anno dall’istituzione, il Mattm lancia un primo segno di vita, presentando uno schema di decreto: le organizzazioni sindacali, unitariamente, avanzano rilievi di merito. Intanto, l’attività rischia la paralisi e la tenuta dei livelli occupazionali diviene un problema esplosivo: urgente il recupero di condizioni di normalità.

03/08/2009
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Il giorno 29 luglio nella sede del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm) s’è tenuto un incontro nel corso del quale è stato sommariamente illustrato un primo schema di decreto interministeriale attuativo dell’art. 28, comma 3 Legge 6 agosto 2008, n. 133di conversione, con modificazioni, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112.

Riteniamo opportuno, prima di un esame di merito, fissare alcune questioni di carattere generale.

Da subito, avevamo espresso la nostra ferma contrarietà alle modalità scelte dal Governo per intervenire sugli enti di ricerca: la decretazione d’urgenza, oltretutto con conseguente commissariamento, non è uno strumento idoneo ad assicurare il conseguimento di quegli obiettivi di efficacia ed efficienza che dovrebbero guidare le azioni della politica. A un anno di distanza dall’istituzione dell’Ispra, i nodi vengono al pettine: il Ministro vigilante avvia (finalmente) l’iter attuativo del disposto legislativo, adottando un primo schema del decreto interministeriale che è ancora da trasmettere al Ministero dell’economia e delle finanze (Mef). Il processo non si esaurirà con la pubblicazione del decreto: esso dovrà ancora passare attraverso la nomina degli organi dell’Istituto e l’emanazione dello Statuto e del regolamento d’amministrazione e contabilità. Nel frattempo, l’amministrazione rasenta la paralisi, con conseguenze deleterie anche rispetto alla semplice tenuta dei livelli occupazionali. Infatti, come mostrato anche dal recente parere della funzione pubblica, che ha confermato quanto da noi sempre sostenuto circa la possibilità di rinnovare i contratti in scadenza, anche un atto normale come l’attivazione o il rinnovo di un contratto a tempo determinato finanziato a valere su fondi esterni assume i connotati di una missione quasi impossibile: la durata della procedura burocratica gareggia con quella del periodo di rinnovo. Per non parlare del recente licenziamento di circa 200 ricercatori con contratti di collaborazione, che si sarebbe certamente potuto evitare se l’amministrazione avesse adottato per tempo le misure necessarie per assicurare la copertura finanziaria dei corrispondenti contratti a valere su fondi esterni.

Inoltre, sotto vari punti di vista (modalità d’individuazione dei componenti gli organi e d’esercizio delle funzioni di controllo e vigilanza) l’impianto previsto dal decreto rischia di mettere a repentaglio sia l’autonomia di quanti operano nelle attività di ricerca, sia le caratteristiche d’indipendenza necessarie per alcune delle delicate funzioni svolte dall’ex Apat.

Lo schema di decreto presentatoci, come si vedrà più avanti, non esaurisce tutte le questioni a esso demandate dal legislatore.

Per contro, l’illustrazione di uno schema di decreto costituisce il primo segnale, seppur tardivo, di ritorno alla normalità, e, come le altre organizzazioni sindacali, auspichiamo che il processo testé avviato si concluda rapidamente. È in quest’ottica che, unitamente a FIR Cisl, UilPA-UR AFAM e Anpri, abbiamo limitato i rilievi di merito trasmessi al Mattm esclusivamente ai temi toccati dalla bozza, riservandoci comunque ulteriori elementi di valutazione nel corso dei successivi sviluppi e invitando espressamente il Ministro vigilante a comunicare eventuali variazioni del testo prima della sua approvazione definitiva.

Al «decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da adottare di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le Commissioni parlamentari competenti in materia di ambiente» è demandata la definizione, per l’Ispra, di

  • organi d’amministrazione e controllo;

  • sede;

  • modalità di costituzione e di funzionamento;

  • procedure per la definizione e l’attuazione dei programmi per l’assunzione e l’utilizzo del personale;

  • erogazione delle risorse.

Inoltre, la legge prevede anche che si tenga conto «dei risparmi da realizzare a regime per effetto della riduzione degli organi di amministrazione e controllo degli enti soppressi, nonché conseguenti alla razionalizzazione delle funzioni amministrative, anche attraverso l'eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali, e al minor fabbisogno di risorse strumentali e logistiche».

Esso definisce gli organi dell’Ispra.

  • Presidente (art. 5). È nominato secondo quanto previsto per gli enti di ricerca dal D. Lgs. 204/1998 (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro competente, sentite le commissioni parlamentari competenti) «tra persone di alta qualificazione scientifica o istituzionale nelle materie di competenza dell’istituto.

  • Consiglio d’amministrazione (art. 6). È composto, oltre che dal presidente, da sei membri, nominati con decreto del Ministro vigilante. Per essi lo schema non chiarisce né le caratteristiche né la designazione. Su entrambe le lacune, nel corso dell’incontro sono state sollevate perplessità in relazione alla mancata specificazione di soggetti designanti. In particolare, riteniamo che il coordinamento delle attività dell’Ispra con quelle svolte da altri soggetti pubblici possa essere migliorato prevedendo espressamente la designazione di alcuni componenti il Consiglio d’amministrazione, per ciò che attiene alle attività di ricerca da parte di altri ministri. Inoltre, anche in vista dell’attuazione della delega al governo sul federalismo fiscale, in particolare per quanto attiene alle materie che, come la ricerca, sono oggetto di legislazione concorrente, sarebbe per noi opportuno anche il coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni. Inoltre, è stato chiesto di prevedere anche per i consiglieri il possesso di competenze tecniche e/o scientifiche e/o gestionali nei settori di competenza dell’istituto.

  • Consiglio scientifico (art. 8). È composto dal Presidente e da cinque membri, scelti tra professori universitari, ricercatori, tecnologi o esperti, anche stranieri, di comprovata qualificazione scientifica nei settori di competenza dell’Istituto. Insieme alle altre organizzazioni sindacali, in sintonia con quanto previsto dalla normativa vigente per gli enti di ricerca, abbiamo richiesto anche la presenza di componenti eletti dal personale.

  • Collegio dei revisori (art. 7). In analogia a quanto contemplato per gli altri enti di ricerca, è composto da tre membri effettivi e due supplenti – due dei quali, uno effettivo e un supplente, designati dal Ministero dell’economia e delle finanze tra i dirigenti della Ragioneria generale dello Stato, i rimanenti individuati tra i dirigenti del Mattm iscritti al registro dei revisori contabili – nominati con decreto del Ministro vigilante.

La sede (art. 1) è fissata a Roma.

Le modalità di costituzione e di funzionamento sono sostanzialmente rinviate alla definizione dello Statuto (art. 13), deliberato dal Consiglio d’amministrazione e successivamente approvato con decreto del Mattm di concerto con il Mef, e del regolamento d’amministrazione e contabilità, anch’esso da deliberare in Consiglio d’amministrazione e da sottoporre, così come la deliberazione relativa alla pianta organica, all’approvazione di Mattm e Mef.

Nulla è detto in merito alle procedure per la definizione e l’attuazione dei programmi per l’assunzione e l’utilizzo del personale .

Per ciò che attiene alle risorse, è previsto che l’Ispra provveda ai conseguimento dei fini istituzionali (art. 3): con il contributo annuale dello Stato, con risorse provenienti da amministrazioni pubbliche, private e internazionali, con i proventi di propri beni patrimoniali o derivanti dallo sfruttamento di brevetti e invenzioni, da attività di promozione, consulenza, vendita di servizi, inserimento in programmi di ricerca, dalla diffusione delle proprie pubblicazioni.

È inoltre prevista (art. 11) la stipula di una convenzione triennale con il Ministro vigilante che prevede anche l’adeguamento annuale di risorse finanziarie e obiettivi. Inoltre (art. 12) è esplicitata la possibilità, previa comunicazione al Mattm, di assumere incarichi di carattere tecnico-scientifico mediante ulteriori convenzioni con pubbliche amministrazioni anche internazionali, enti pubblici e privati, ecc., anche attraverso la partecipazione o la costituzione di consorzi, ferma restando la priorità per lo svolgimento delle attività contemplate dalla convenzione con il Mattm. Come detto, e come si può osservare dai rilievi formulati, in particolare per ciò che attiene alle modalità previste per la stipula della convenzione con il Mattm, l’art. 11 ha suscitato non poche perplessità in relazione alla necessità di salvaguardare un reale esercizio d’autonomia da parte dell’Istituto.

Lo schema di decreto non esplicita nulla in relazione ai risparmi da realizzare a regime.

La definizione di molte delle questioni esaminate è oltremodo urgente, così come l’emanazione degli atti organizzativi interni, senza i quali l’amministrazione, già in evidente difficoltà, rischia di andare incontro al collasso. In particolare, riteniamo che sia assolutamente prioritario pervenire alla definizione di tutte le questioni inerenti al personale, per le quali il confronto con le organizzazioni sindacali è prezioso.

In definitiva, di là dalle questioni di merito, è assolutamente urgente il ritorno alla piena operatività, con il superamento della fase di commissariamento, istituto che il governo sta nei fatti trasformando da strumento assolutamente straordinario, giustificato solo in caso estremi, in metodo di controllo degli enti di ricerca. Da questo punto di vista l’Ispra non è l’unico caso, come abbiamo avuto modo di evidenziare di recente.

Tuttavia, esso presenta delle specificità, che vedono nuovamente pesanti responsabilità governative. Infatti, a seguito dell’accorpamento di tre enti imposto con provvedimento legislativo adottato d’urgenza e seguito dal commissariamento, il Governo ha determinato una situazione d'incertezza che si prolunga ormai da troppo tempo e, com’è ormai innegabile, aggrava i problemi dell'ente. Oggi è invece necessaria una guida autorevole, in grado d’affrontare la delicata transizione verso i rinnovati compiti istituzionali. Prolungando il periodo d’incertezza, il Governo aggrava le proprie responsabilità, già oltremodo pesanti, ostacolando il rilancio dell’ente.

Roma, 3 agosto 2009

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