Importante sentenza del Consiglio di Stato a favore dei dipendenti dell’Università degli Studi della Basilicata
Annullati i provvedimenti di revoca dell’inquadramento superiore che erano stati disposti anni fa dall’Ateneo Potentino.
Uno tsunami si abbatte sull’Università degli Studi della Basilicata dopo le tre sentenze (nn. 2440-2441-2442/2018) favorevoli emesse il 23 aprile 2018 dal Consiglio di Stato in favore dei dipendenti dell’Ateneo ai quali, nel lontano 2014, con un provvedimento assunto in via di autotutela, era stato loro revocato l’inquadramento superiore conseguito dopo apposite procedure di progressione interna.
In riforma della sentenza del TAR Basilicata che aveva respinto le domande dei lavoratori dell’Ateneo, il Consiglio di Stato, a seguito del ricorso in appello proposto dagli avv.ti della FLC CGIL Francesco Americo e Vincenzo Santangelo, accoglie totalmente il ricorso dei lavoratori disponendo l’annullamento dei provvedimenti impugnati e condannando l’Università a corrispondere tutte le somme, comprensive di accessori, indebitamente non corrisposte a causa dei provvedimenti assunti dall’Amministrazione.
I Giudici di Palazzo Spada hanno rilevato che “la sentenza della Corte dei Conti, richiamata nel provvedimento impugnato”, individuata dall’Università come ragione giustificatrice dei provvedimenti di revoca sopra richiamati “non è in alcun modo idonea a ripercuotere i propri effetti sul presente giudizio, posto che le giurisdizioni contabile e amministrativa divergono per presupposti e finalità” e che, le decisioni assunte dall’Ateneo erano da considerarsi ormai tardive in quanto “intervenute a ben nove anni di distanza dall’acquisizione di efficacia degli stessi, incidendo in tal modo assai pesantemente e negativamente sui rapporti contrattuali perduranti, perfezionatisi ormai da un lunghissimo periodo di tempo, in un contesto nel quale, presumibilmente, la parte appellante, avendo superato la procedura selettiva riservata di PEV, secondo ragionevolezza ed esperienza, ben poteva confidare nella prosecuzione di una situazione favorevole nella quale ben poteva avere riposto le proprie prospettive di vita, anche rinunciando a percorsi lavorativi diversi”.
È evidente che, per effetto delle sentenze del Consiglio di Stato, l’Università della Basilicata dovrà provvedere non solo a reintegrare i lavoratori nelle funzioni illegittimamente revocate ma anche a corrispondere tutte le differenze retributive non corrisposte ed a risarcire tutti i danni subiti.