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Università della Calabria, nuovo statuto: la posizione della FLC CGIL

Comunicato stampa congiunto FLC CGIL Cosenza e FLC CGIL Calabria.

13/06/2011
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Nel nuovo modello di governance delineato dalla legge Gelmini è evidente un impianto finalizzato alla riduzione degli spazi democratici e a un accentramento verticistico del potere. In particolare, ciò si evince dalla possibilità lasciata ai Rettori di nominare CdA e Presidenti delle nuove strutture di raccordo (le Scuole), dalle prerogative attribuite a soggetti esterni portatori di interessi particolari, dalla riduzione dei poteri decisionali e di controllo dei Senati Accademici (unici organi rappresentativi a livello di Ateneo), dalla non esplicita individuazione di un criterio di rappresentanza nella composizione degli organi.

Dove la legge non vieta, dobbiamo osare, se crediamo che la democrazia sia ancora un valore.

Dopo la definizione del numero delle nuove strutture dipartimentali e del numero minimo di docenti e ricercatori, necessari per la loro istituzione, il punto più controverso rimane proprio quello relativo alla costituzione del nuovo Consiglio di Amministrazione. Dalle informazioni che abbiamo sugli statuti, sia presentati, sia ancora in bozza, la composizione del Consiglio di Amministrazione dell'Università della Calabria sarebbe un caso unico in Italia.

Infatti, il “listino” del Rettore è uno degli elementi più criticati di quanto elaborato finora per il nuovo Statuto, così come allarmante appare la decisione di inserire nello Statuto un meccanismo di sfiducia ai singoli membri del CdA da parte del Senato Accademico, in analogia a quanto previsto per il Rettore. Tale norma appare illegittima, perché non prevista dalla stessa Legge 240.

Il listino, nella politica, si è dimostrato, nel tempo, strumento oligarchico, potere di pochi, né possiamo essere d'accordo con i tanti decreti legge passati a maggioranza che hanno messo a dura prova le forze democratiche del Paese. L'Università della Calabria non deve riciclare vecchi modelli ma crearne dei nuovi, perché nelle Università le idee devono fermentare, e il confronto e la libera discussione devono trovare spazio. È necessario avere fiducia in quelle forze che nell'ateneo lavorano e contribuiscono ognuno per la sua parte alla sua crescita; in un territorio povero, consegnato alla rassegnazione, una istituzione come l'Università della Calabria deve illuminare, non oscurare; essere veicolo e promotore di democrazia partecipata, che è sinonimo della libertà dei singoli di poter scegliere senza vincoli, evitando maggioranze precostituite.

Questa è l'Università che vogliamo.

Un autogoverno dell'Ateneo che non sia autoreferenziale, una gestione partecipata dell'Università che parta dalla centralità degli studenti e dia pari dignità a tutti coloro che lavorano nell'Ateneo. Partecipazione e rappresentanza di tutte le componenti universitarie, nessuna esclusa, negli organi di governo e di controllo dell'università, nelle commissioni che avranno il compito di preparare i nuovi regolamenti previsti dalla L. 240/2010.

Le decisioni della commissione, adottate a maggioranza, non hanno incontrato unanimità di consensi, c'è molta attenzione da parte della comunità universitaria su come si sta procedendo alla redazione del nuovo Statuto, prova ne sono i documenti presentati sia dai rappresentati del personale tecnico amministrativo, sia da altre componenti dell'Ateneo. Una parte dell'Ateneo, circa 240 firme, tramite una petizione fatta pervenire ai singoli membri della Commissione, hanno chiesto esplicitamente che si riapri la discussione sulla composizione del Senato Accademico e sulla costituzione del Consiglio di Amministrazione. Chiediamo che non resti lettera sorda.

Riteniamo, inoltre, necessario, come FLC CGIL, pur nel rispetto dell'Autonomia dell'Ateneo e quindi della Sua autodeterminazione, che vengano coinvolti nella discussione tutti gli attori protagonisti della vita sociale ed economica (enti locali, Regioni, forze sociali) del territorio a cui l'Ateneo prioritariamente si rivolge e da cui si potrebbero, in futuro, avviare progetti e forme di collaborazioni per uno sviluppo sostenibile della nostra regione.

Di fronte ad elementi statutari, che palesemente inficiano i principi di democraticità e di autogoverno che fino ad oggi hanno governato le nostre Università, chiediamo di costruire forme di consultazione ampia di tutto il personale dell'Ateneo - strutturato e non, sulle principali criticità presenti all'interno della bozza definitiva del nuovo Statuto. Invitiamo il Rettore ad aprire un confronto più ampio sulla “nuova Università della Calabria” che non potrà prescindere dall'idea originaria di Campus in quanto siamo convinti che una condivisione ampia delle nuove regole comuni che governeranno l'Università dovranno andare a beneficio di un Ateneo aperto ed integrato con il territorio, della sua capacità di autogovernarsi e di essere comunità democratica e partecipata che ha come principale obiettivo quello della libera produzione e trasmissione di saperi e conoscenza.