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Mensa e tempo scuola: variabili pedagogiche

Il tempo necessario per una scuola giusta a Benevento.

04/02/2016
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Comunicato

FLC CGIL - CISL Scuola - UIL Scuola
Benevento

La querelle sulla mensa nelle scuole della città di Benevento sta coinvolgendo, da più di un anno, tanti “portatori di interessi” economici, politici, dei tanti grilli parlanti … si può pronunciare la parola “grilli” senza che nessuno pensi… a male?

Chi si è posta la domanda: ma i bambini?  Nessuno!!!

Il grado di apprendimento di un bambino non è una variabile indipendente dal tempo necessario a raggiungere quella competenza. Il tempo scuola è dunque una variabile decisiva rispetto alla qualità dell’istruzione e al successo scolastico e, quindi, delle premesse necessarie per successo di vita dello scolaro.

Sulla pratica dei tempi distesi si può costruire un progetto d’istruzione personalizzato, necessario a raggiungere un alto grado di padronanza nell’imparare a imparare.

Sono queste le logiche su cui la parte più avanzata del Paese ha costruito la progressiva estensione del tempo scuola, anche con l’idea di contrastare l’insuccesso scolastico:

voti bassi, bocciature, abbandoni.

Si possono usare metodi avanzati d’insegnamento che permettono di scoprire e valorizzare i nuovi linguaggi, adottare metodi di studio calibrati sull’individuo-scolaro solo avendo maggior tempo a disposizione e, molto spesso, nella quantità si ritrovano i valori della qualità giusta per raggiungere il successo formativo.

È evidente che il tempo scuola è una variabile sociale che muta l’organizzazione familiare, ma che, soprattutto, offre quel possibile ascensore sociale che affonda le basi negli “strumenti” messi a disposizione dalla scuola ai ragazzi nei loro primi dieci anni di vita. Non è un caso che l’attivazione di classi a tempo pieno/prolungato ha interessato di più la parte del paese a vocazione industriale e, quindi, è meno diffusa al Sud.

La situazione della provincia di Benevento in materia di tempo scuola è molto al di sopra della media meridionale: nell’anno scolastico 20013/2014 è del 98% per l’infanzia, 42% per l’elementare e del 53% per la media, percentuali molto più vicine a Bologna e Milano che non a Napoli e Palermo (4÷5%).

La mensa è parte integrante di un importante momento educativo all’interno della giornata scolastica: si approcciano i problemi della varietà e della quantità di cibo.

Ma va garantita la qualità e il giusto costo, quello che include totalmente le fasce più deboli: una sagra in meno, ma non un bambino a cui è negato l’accesso pieno ai saperi per un qualsiasi problema economico della famiglia.

Oggi, con le iscrizioni già in corso per superare i dubbi di tanti genitori sulla possibilità e praticabilità di iscrivere i propri figli al tempo pieno, non c’è più tempo per l’attesa:

risorse per la scuola e qualità del cibo vanno garantiti subito.

Bisogna ripensare agli impegni della nostra città nel garantire accoglienza, tenuta sociale, e nell’assicurare una solida formazione al pensare, e, non meno importante, per garantire posti di lavoro nella scuola e nei servizi.

Posti di lavoro che la nostra disastrata provincia non si può permettere di perdere.

Ciascuno faccia la sua parte, senza se e senza ma!

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