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Ferma presa di posizione dei Dirigenti scolastici della FLC di Napoli e Caserta

Proseguono le iniziative di mobilitazione sui recenti provvedimenti del Ministro Gelmini sulla scuola

24/09/2008
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In due importanti documenti i Dirigenti scolastici della FLC Cgil di Napoli e di Caserta contestano i recenti provvedimenti del Ministro Gelmini sulla scuola, a cominciare dal maestro unico e dalla riduzione degli organici.

Roma, 24 settembre 2008
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Documento approvato il 18 settembre 2008 dall’Assemblea provinciale di Napoli dei Dirigenti scolastici FLC Cgil

Un colpo alla scuola pubblica, un colpo al futuro del paese

I recenti provvedimenti del governo Berlusconi-Tremonti stanno assestando alla scuola pubblica italiana un colpo forse definitivo.

Nella logica di attacco al “pubblico” che contraddistingue l’attività governativa, la legge 133 prevede, per il prossimo triennio, un taglio, per il comparto pubblica istruzione, di 7 miliardi e 832 milioni di euro. Questo taglio si traduce in tagli di posti di lavoro, e, conseguentemente in una radicale modifica dell’assetto ordinamentale e pedagogico della scuola pubblica attraverso una logica ragionieristica.

L’intera operazione di macelleria sociale che, attraverso la riduzione a realtà sussidiaria e residuale della scuola pubblica apre le porte all’intervento del privato, viene ricoperta dall’ideologia passatista e nostalgica del bel tempo antico.

Le iniziative del ministro Gelmini sul grembiulino, sul voto in condotta, sul ripristino del maestro unico, hanno l’odore stantio di un film già visto, forse adeguato ad una società di 40 anni fa. Non è con il ritorno al passato che la scuola italiana troverà la soluzione ai suoi problemi.

La società italiana è cambiata. Sono cambiate le famiglie, gli alunni. Il massiccio flusso di immigrati ha reso meno omogenee le classi. I bambini con disabilità non sono lasciati a casa ma, giustamente, stanno a scuola.

L’intero universo simbolico è stato negli ultimi 10 anni travolto dalla rivoluzione digitale prima e dall’ingresso nelle case di Internet poi. I nostri ragazzi crescono ed apprendono con modalità e tempi che spaventano per la rapidità dei cambiamenti e per l’instabilità dei comportamenti.

Le donne non sono più l’angelo del focolare ma lavorano e questo fatto, veramente rivoluzionario per la stantia società italiana, ha comportato la richiesta di maggiore tempo-scuola, di maggiori servizi sociali.

A questa società così attraversata da cambiamenti e tensioni si propone il modello del maestro unico.Si smantella il segmento scolastico che funziona bene, anzi che ha avuto un miglioramento nel rendimento. Basterebbe che il ministro o qualche suo consigliere si leggesse i risultati dell’indagine IEA-PIRLS- il corrispettivo per la scuola primaria dell’indagine PISA-OCSE-per scoprire che i bambini di 9 anni italiani si collocano, su 45 paesi aderenti all’indagine, al quinto posto per competenze di lettura e comprensione del testo.Avanza il fantasma di una scuola pubblica povera, povera nei finanziamenti e nelle competenze, povera nelle ambizioni che si propone. Alla ricchezza degli stimoli e dei linguaggi che circondano i nostri bambini e ragazzi si risponde con una scuola grigia, poco ambiziosa, povera.

Certo le famiglie più abbienti avranno la possibilità di pagarsi i corsi integrativi, il corso di nuoto o di basket, il corso d’inglese o d’informatica: anzi, con l’avanzante federalismo fiscale saranno le regioni ricche che potranno garantire l’arricchimento dell’offerta formativa.

L’ideologia passatista che ricopre la dura politica dei tagli è esemplificata dal ripristino dei voti: i giudizi, come i voti hanno un valore ordinale. Come 8 è meglio di 7, così Ottimo è meglio di Distinto. Riesce difficile capire perché la scala 9-8-7-6-5- sia preferibile alla scala ottimo-distinto- buono-sufficiente-insufficiente o a quella A-B-C-D in uso nei paesi anglo-sassoni. Il vero problema della valutazione, quello che le stesse famiglie chiedono, è di capire i criteri con cui si usa una qualsiasi scala di valori e questo tema non viene neanche sfiorato. Per non dire che nel decreto legge 137 del 1 settembre 2008 si parla di scala decimale anche per le competenze. In questo caso siamo dinanzi ad un’evidente caso d’ignoranza : le competenze si accertano e si certificano. Toccherà alle scuole autonome (ma ha ancora senso chiamarle così?) riparare con l’abituale buon senso ed intelligenza didattica e pedagogica a questo non-senso.

Eppure forse qualche semplice ricetta per migliorare la scuola pubblica è nota : c’è bisogno di investire sul capitale fisico e sul capitale umano.

Molte scuola pubbliche, specie nel nostro Sud, sono ancora in edifici vecchi, inadatti ad ospitare attività scolastiche. Mancano laboratori e poche sono le aule di scienze o i laboratori linguistici. Non ci sono palestre e quindi i nostri ragazzi non possono svolgere attività fisica e sportiva. La maggior parte degli edifici scolastici del mezzogiorno sono privi delle certificazioni previste dalle norme della sicurezza. I nostri docenti non hanno spazi adeguati dove insegnare in modo razionale ed efficace: ha senso una cattedra di scienze senza un laboratorio di scienze?

Oltre a migliorare le strutture occorre migliorare la qualità dell’insegnamento. Non dobbiamo spaventarci a dire che ci vuole una selezione vera ed efficace per l’immissione in ruolo di docenti e dirigenti. Bisogna incentivare chi svolge con dedizione il proprio lavoro e sanzionare invece chi brilla per assenteismo o scarso impegno : per fare questo bisogna ragionare sui poteri dei dirigenti che devono a loro volta essere sottoposti a valutazione.

Bisogna investire sulla formazione permanente e ricorrente dei docenti, premiando la capacità d’innovazione e il rigore nella ricerca e sperimentazione.

Bisogna potenziare l’autonomia delle scuole non mortificarle con pratiche burocratiche o il ripristino di assurdi centralismi e gerarchie.

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Comunicato del coordinamento provinciale dei Dirigenti scolastici della FLC Cgil di Caserta

I Dirigenti scolastici della FLC Cgil di Caserta condividono la profonda indignazione di tutti i lavoratori della scuola, ed in special modo soffrono la tragedia delle migliaia di precari – docenti ed A.T.A. – brutalmente privati del loro posto di lavoro, per le scelte unilaterali del Governo in carica, tese a limitare fortemente il servizio pubblico per favorire lo sviluppo di un privato che non garantisce pari opportunità e reali possibilità di emancipazione sociale e culturale a tutti.

Nel contempo, respingono i tentativi dell’Amministrazione di ridurre la loro funzione di leader di istituzioni autonome con dignità costituzionale a passivi esecutori di decisioni assunte in violazione delle fondamentali norme poste a tutela della sicurezza e del diritto allo studio, sia dei giovani più dotati sia di quelli più bisognosi.

S’impegnano, pertanto, nel pieno rispetto del mandato che gli deriva esclusivamente dal Paese e dai principi costituzionali che lo hanno storicamente posto nel novero delle democrazie più avanzate del Mondo, a porre in essere tutte le procedure necessarie per:

  • Formare le classi in totale osservanza del Decreto Lgs. n° 81 del 9 Aprile 2008;

  • formare le classi con allievi diversamente abili nel pieno rispetto della Legge n° 517 del 1977;

  • attribuire agli allievi diversamente abili esclusivamente il rapporto orario di Sostegno deciso dal GLH competente;

  • elaborare POF che consentano la più ampia fruizione delle attività opzionali, curricolari ed extracurricolari, previste dall’ ordinamento scolastico vigente;

  • avviare classi di Tempo prolungato a 40 ore settimanali in tutti gli ordini di scuola del ciclo primario;

  • attivare iniziative sistematiche di formazione per gli adulti;

  • garantire la qualità diffusa in ogni istituzione scolastica, per il raggiungimento degli Obiettivi di Lisbona.

I Dirigenti scolastici della FLC Cgil di Caserta, quindi, condividono la decisione della FLC Cgil di essere in piazza il prossimo 27 Settembre in difesa dei diritti sociali e per contrastare:

  1. La riduzione delle sedi scolastiche;

  2. la riduzione delle ore di lezione e l’ accorpamento delle classi di concorso;

  3. la riduzione della tutela degli allievi diversamente abili;

  4. l’aumento degli allievi per classe;

  5. il ritorno al maestro unico;

  6. la violazione delle garanzie per la sicurezza.

I Dirigenti scolastici della FLC Cgil di Caserta, inoltre, aderiscono alla mobilitazione di categoria e parteciperanno compatti alle seguenti iniziative di lotta per il rinnovo del loro Contratto scaduto da ben 32 mesi e per ottenere l’equiparazione retributiva alle altre dirigenze statali:

  • Assemblee unitarie dal 22 Settembre al 10 Ottobre 2008;

  • manifestazione nazionale a Roma il 15 Ottobre 2008;

  • sciopero nazionale dei Dirigenti scolastici il 31 Ottobre 2008. Caserta, 15 settembre 2008