Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Notizie dalle Regioni » Campania » Napoli » Università di Napoli Federico II: Documento del CdL della Facoltà di Scienze sul ddl di revisione dello stato giuridico della docenza universitaria

Università di Napoli Federico II: Documento del CdL della Facoltà di Scienze sul ddl di revisione dello stato giuridico della docenza universitaria

Discussione sulle proposte di legge inerente lo stato giuridico dei professori di ruolo e dei ricercatori universitari

14/02/2000
Decrease text size Increase  text size

Discussione sulle proposte di legge inerente lo stato giuridico dei professori di ruolo e dei ricercatori universitari

Il Preside accogliendo l'invito di alcuni rappresentanti dei ricercatori in Facoltà, dà la parola al dott. Ventriglia per illustrare la mozione approvata dall'assemblea dei ricercatori della Facoltà di Scienze M.F.N.;

prende la parola il dott. Ventriglia che illustra la seguente mozione:

I ricercatori della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell'Università di Napoli Federico II, riuniti in assemblea il 27/01/2000, ribadiscono quanto segue:

Il sistema universitario italiano è in questo momento chiamato ad affrontare una fase di cambiamento e di innovazione di tutte le proprie attività, da quelle di servizio a quelle didattiche e di ricerca, e ciò sta avvenendo attraverso una molteplicità di strumenti legislativi, alcuni già ultimati ed altri ancora in fase di definizione. Tutto ciò a testimoniare la consapevolezza dell'importanza che la formazione e la ricerca scientifica assumeranno per collocare adeguatamente il nostro paese nel contesto europeo. Non v'é dubbio che tale trasformazione comporterà il coinvolgimento di tutte le forze in campo ed in particolare di quelle docenti.

Appare quindi gravemente contraddittorio che in Parlamento ancora si discrimini fra professori da una parte e ricercatori dall'altra: i ricercatori costituiscono infatti oltre un terzo della forza docente. È questo semplice fatto che timidamente si riconosceva nel disegno di legge 5980, " Istituzione della terza fascia del ruolo dei professori universitari e altre norme in materia di ordinamento delle università".

I ricercatori pertanto esprimono la propria disapprovazione per la scelta dell'ufficio di Presidenza della Commissione Cultura della Camera di accorpare il disegno di legge 5980 a quello di revisione complessiva dello stato giuridico della docenza. L'accorpamento - per la verità solo formale - prefigura in realtà l'affossamento definitivo di quella legge in favore di nuove norme peggiorative della situazione attuale dei ricercatori, già così poco gratificante.

Nei particolari - infatti - la Commissione Cultura della Camera, dopo aver in sede referente completato l'iter istruttorio del disegno di legge 5980, aveva chiesto ed ottenuto la sede legislativa, approvando tutti gli articoli. L'iniziativa, più unica che rara, di 82 parlamentari (43 parlamentari della Lega Nord più altri sia di maggioranza, sia di opposizione) ha determinato il ritiro della sede legislativa alla vigilia del voto complessivo finale, ad iter ormai concluso.

I ricercatori di questa Facoltà chiedono alla Facoltà tutta di pronunciarsi a favore dell'istituzione della terza fascia docente, ritenendo questa un passo decisivo per realizzare coerentemente gli obiettivi della nuova organizzazione della didattica universitaria, così come delineati dai progetti legislativi attualmente in discussione. I ricercatori ricordano che la richiesta di uno stato giuridico coerente con la nuova architettura degli studi universitari dettata dal DM 509/99 è stata avanzata all'unanimità dall'Assemblea della Conferenza dei Rettori del 27 Gennaio 2000. I ricercatori chiedono alla Facoltà di sostenere in tutti gli organismi accademici il mantenimento almeno delle caratteristiche fondamentali del ddl5980 anche nel complessivo riordino dello stato giuridico dei docenti universitari oggi in discussione, e cioé in particolare:

l'articolazione del ruolo Docente in tre fasce permanenti che comprendano gli attuali ricercatori;

la piena partecipazione degli attuali ricercatori alla vita degli organi accademici con il diritto all'elettorato attivo;

chiedono infine che il Preside si faccia interprete in Senato Accademico della volontà di sollecitare gli organi legislativi a definire quanto prima la questione dello stato giuridico dei ricercatori.

Chiedono che il Preside e il Senato Accademico si esprimano affinché nella riforma dello stato giuridico dei docenti universitari siano ufficialmente riconosciute ai ricercatori quelle funzioni e responsabilità di docenza che nei fatti essi già svolgono da tempo, perché finalmente si ricongiungano con pari dignità le tre fasce della docenza.

Il Preside invita il prof. Maglio ad illustrare brevemente la proposta di legge. che regola lo stato giuridico della docenza universitaria in considerazione del fatto che il prof. Maglio fa parte di un gruppo di studio del S.A. sulla questione.

Prende la parola il prof. Maglio che illustra le caratteristiche e le implicazioni del provvedimento di legge attualmente in esame al parlamento, esprimendo ampie perplessità nel merito di punti specifici (tetto del 20% relativo al rapporto professori ordinari e professori di ruolo, messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori etc.) e sul complesso del disegno di legge.

Il Preside nell'aprire la discussione precisa che gli interventi, se non consegnati per iscritto, saranno riportati in verbale in forma estremamente ridotta.

Prende la parola il prof. Incoronato che esprime un giudizio estremamente negativo sull'impianto del d.d.l. Zecchino e su altri provvedimenti quali la S.p.A. Ricerca Italia.
Egli sottolinea tra l'altro come a suo avviso il provvedimento leda l'autonomia, ponga l'accento soltanto sulla didattica marginalizzando l'attività di ricerca e sia, in termini di democrazia, un ritorno al passato che concentra in poche mani il potere decisionale.

Il prof. Incoronato legge anche la proposta di delibera riportata in allegato.

Il Preside dichiara di condividere il contenuto degli interventi precedenti e si limita pertanto a sottolineare quanto segue:

a) ritiene inaccettabile che il riconoscimento della funzione docente ai ricercatori non sia ancora legge dello Stato dopo anni di discussioni parlamentari e rinvii pretestuosi tra rami del Parlamento, Commissioni del Senato, aule etc.;

b) cita alcuni aspetti a suo avviso particolarmente negativi della legge Zecchino tra cui il così detto "tetto del 20%", il porre ad esaurimento il ruolo dei ricercatori, l'assegnazione per legge di funzioni vitali ad organismi, quali i Dipartimenti, la cui composizione non è fissata per legge, sottraendola alle Facoltà la cui composizione è fissata per legge, la pretesa di regolare per legge, in contrasto con gli statuti e quindi con l'autonomia, l'accesso alle cariche accademiche o la composizione di organi quali la Giunta di Facoltà entrando in livelli di dettaglio invero risibili;

egli è cosciente che vanno introdotte innovazioni nel sistema universitario italiano, e quindi in particolare nella struttura e nella funzione delle Facoltà, onde consentire l'attuazione dei decreti di area ma quelle proposte dal ministro Zecchino appaiono inadeguate e talvolta controproducenti.
Il Preside afferma di ritenere che sia in atto un tentativo di sottrarre all'Università il ruolo centrale che attualmente ha nella ricerca e nella formazione che rappresentano i più importanti "affari" delle società evolute, tentativo in parte contenuto anche nella Bindi - Zecchino.
Il Preside infine lamenta la mancanza di un decreto quadro complessivo sull'Università il cui funzionamento è reso assai complicato da una vera e propria alluvione di Leggi e decreti spesso oscuri e contraddittori. Lepore concorda con la mozione Incoronato che vorrebbe però più dura; egli sottolinea i rischi connessi alla proposta Zecchino ed evidenzia come tale provvedimento cancelli i punti più significativi della 382/80 e riduca seccamente i margini di democrazia interna all'Università.

D'Alessio vorrebbe una mozione più dura e sottolinea come si rischi di ingessare il corpo accademico dal basso ponendo ad esaurimento il ruolo dei ricercatori e dall'alto con il tetto del 20%.

A tal punto Incoronato sottopone al C.d.F. la seguente mozione modificata con l'aiuto di Lepore, D'Alessio e Ventriglia :

Il Consiglio della Facoltà di Scienze MM FF NN dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, dopo aver ampiamente discusso nella seduta del 4/2/2000 il DDL "Disposizioni in materia di stato giuridico dei professori e dei ricercatori universitari", collegato ordinamentale alla finanziaria 2000 approvato dal Consiglio dei Ministri il 15/11/99, ritiene opportuno provvedere al riordino dello stato giuridico della docenza e valuta positivamente 1'intenzione di potenziare 1'offerta didattica anche attraverso un impegno continuo e qualificato dei docenti.

Il C.d.F, relativamente al merito del DDL critica:

1. La scelta dello strumento legislativo che, imponendo tempi ristretti all'esame del provvedimento, impedisce una seria consultazione con il mondo accademico e 1'indispensabile confronto tra esso e le forze politiche;

2. L'arretramento, per quanto attiene all'elettorato attivo e passivo, rispetto a statuti gia operanti da anni;

3. Il tetto del 20% del totale previsto per i professori ordinari che determina per molti anni a venire il blocco delle carriere;

4. La messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori, cui solo dopo 20 anni apparentemente viene riconosciuto uno stato giuridico analogo a quello dei professori di ruolo, che preclude per un lungo periodo le possibilità di accesso a nuove leve;

5. L'individuazione dell'impegno didattico quale quasi esclusiva attività istituzionale con scarsa attenzione all'attività di ricerca;

6. L'abolizione del regime di tempo definito equiparando il trattamento economico dei docenti nonostante la differenza di tempo da loro dedicato all'università;

7. Il trasferimento di competenze di programmazione e gestione dell'organico dalle Facoltà ai Dipartimenti.

Il C.d.F. ritiene che l'impianto generale del provvedimento contrasti con il principio dell'autonomia degli atenei, plasmi ad una visione burocratica e gerarchica la didattica e la ricerca, ignori la funzione irrinunciabile della ricerca nell'alta formazione.

Il C.d.F. auspica che il Parlamento, tenendo in debito conto il contributo critico-propositivo dei settori più avanzati del mondo accademico, introduca nel DDL in questione sostanziali modifiche che esaltino 1'autonomia degli atenei, riformi in termini realmente innovativi lo stato giuridico del ruolo docente articolandolo su tre fasce permanenti comprendenti gli attuali ricercatori, rafforzi la centralità della ricerca e la sua inscindibile connessione con la didattica, riconosca a tutti i docenti pari diritti e doveri per quanto attiene all'espletamento di tutte le attività istituzionali.

Il Prof. Aloisio dichiara che si asterrà poiché a suo avviso la mozione non è sufficientemente dura.

Il C.d.F. approva con 1 astenuto