Scuola, proroga contratti Covid: il governo dice sì, ma i soldi non bastano
La proroga non ha alla base un finanziamento economico tale da poter garantire il rinnovo di tutti i contratti stipulati in questi mesi.
A cura della FLC CGIL Modena
Alcuni contratti non prorogati, ore dimezzate e totale incertezza sulla copertura economica per i pagamenti. Sono le segnalazioni che stanno arrivando alla FLC CGIL in queste ultime ore da quasi tutte le scuole della provincia di Modena in seguito alla notizia della riconferma dei cosiddetti contratti Covid, sia di personale docente che Ata assunto per fronteggiare l’emergenza sanitaria.
Proroga che, però, non ha alla base un finanziamento economico tale da poter garantire il rinnovo di tutti i contratti stipulati in questi mesi. Il rischio, sempre più concreto, è che il personale assunto non venga riconfermato, che molti lavoratori vedranno le proprie ore ridotte e, di conseguenza, le scuole si ritroveranno a dover fare a meno di personale che si è invece rivelato fondamentale per fronteggiare uno stato di emergenza e una pandemia che continua ad avere pesantissime ripercussioni sul mondo dell’istruzione.
Inoltre, se per tutto il personale Covid l’eventuale proroga è effettuata fino al termine delle lezioni, lo stesso non si può dire per coloro che lavorano nelle scuole dell’infanzia. Per loro, infatti, il Governo ha previsto il rinnovo fino al 30 giugno solo per i docenti, escludendo il personale Ata.
A tutto questo va aggiunto anche il rientro in servizio del personale docente non vaccinato che però, essendo ritenuto inidoneo, non potrà svolgere attività didattica.
Non si può non notare quanto queste scelte risultino essere irresponsabili e poco rispondenti alle esigenze delle scuole che versano ormai da mesi in una condizione di perenne incertezza. La decisione di prevedere la proroga dei contratti Covid, senza però disporre un finanziamento tale da poterne garantire la copertura economica, rischia di essere solamente l’ennesimo proclama politico. A pagarne le conseguenze non possono essere ancora le lavoratrici e i lavoratori della scuola e soprattutto gli studenti e il diritto all’istruzione.